Grillo-Renzi, scontro social: “Voto pazzesco, oltre la dittatura”. “Non cascateci, e’ in difficoltà”

Grillo-Renzi, scontro social: “Voto pazzesco, oltre la dittatura”. “Non cascateci, e’ in difficoltà”
21 novembre 2016

E’ un botta e risposta social. Lo scenario è Facebook: da una parte Beppe Grillo con un video messaggio, dall’altra Matteo Renzi che ritorna con la sua rubrica ‘Matteo rispondi’. Il primo colpo lo spara il leader M5s, bersaglio il referendum: “Questo voto è pazzesco. Io non sono mai stato così… Se se avessi 20 anni non so come reagirei”. E attacca: “Siamo oltre la dittatura. Se ci fosse una dittatura uno reagirebbe”, farebbe “il carbonaro”, ma qui “siamo di fronte a un involucro di nulla pieno di nulla, che sta svendendo il futuro dei nostri figli alle multinazionali”, sottolinea. Nella riforma, spiega Grillo portando ad esempio le ricadute sull’ambiente, “c’è una clausola di supremazia, vuol dire che il governo avoca a sé tutti i contratti. Io devo avvisarvi, questa clausola significa che le multinazionali faranno direttamente i contratti con il governo”. Dal fronte governativo arriva un avvertimento (“stanno cercando di fregarvi sulla riforma”) e una promessa (“se il referendum va male io non saro’ della partita”). Matteo Renzi torna davanti al monitor – camicia bianca con di nuovo la bandiera dell’Europa alle spalle – per la diretta social con i cittadini e non si stanca di ripetere che il 4 dicembre si votera’ sulla riforma della Costituzione e non sul governo. Si votera’ a favore del “cambiamento”, perche’ questa e’ “l’ultima occasione. Il treno del 4 dicembre non ripassa. O e’ si’ o e’ mai” e con il No “tornano instabilita’ e galleggiamento”.

Insomma, scandisce Renzi, “volete votare Forza Italia, Movimento Cinque Stelle, Sinistra Italiana? Fatelo. Se vi sto antipatico io, vi capisco. Ma al referendum votate pensando ai vostri figli, perche’ questa occasione non ricapita”, mette in guardia il presidente del Consiglio.  Ma, soprattutto, Renzi chiarisce quale sara’ lo scenario post-referendum qualora dovessero vincere i No: “accadra’ che rimane tutto uguale, ma e’ chiaro che la fisiologica instabilita’ italiana produrra’ una classe politica aggrappata alla poltrona. Vogliono tornare a un sistema di inciuci”. A quel punto, per il premier una cosa e’ certa, “io non staro’ qui aggrappato al mantenimento di una carriera. Io non ho piu’ nulla da aggiungere al mio curriculm vitae, a me interessa solo che l’Italia cambi. Io non saro’ della partita nel caso le cose vadano male”. Del resto, “io ho 41 anni, tutte le mattine mi sveglio in questo palazzo e dico grazie. Ma sto qui solo se posso cambiare le cose”. Il premier quindi mette in guardia gli italiani: “Ci raccontano un sacco di balle. Sentiamo il rumore delle unghie che si aggrappano sugli specchi”, dice, sempre piu’ convinto che i sostenitori del No “vogliono utilizzare il voto per bloccare il cambiamento”.

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Di conseguenza, “se votate No poi non lamentatevi della casta”.  Infine, Renzi lancia due affondi: il primo rivolto al fronte del No, che definisce non piu’ “accozzaglia”, espressione di cui si e’ scusato, ma “disastrosa coalizione”. Il secondo, piu’ duro, a Beppe Grillo, che ha parlato di dittatura e di killer: “Non cascateci, e’ in difficolta’, hanno il problema delle firme false, sono all’angolo”. Secondo il premier Grillo “nasconde la realta’. Quello che e’ vero e’ il denaro che prende il Movimento 5 stelle al Senato serve a pagare gli affitti dei dipendenti della comunicazione. E’ un affittopoli enorme”. Dopo la diretta social, nella tradizionale e-news, Renzi rilancia la proposta del confronto tv con Berlusconi e Grillo. E osserva: “Finalmente il clima e’ cambiato. Non molliamo: casa per casa, telefonata per telefonata, andiamo a convincere gli indecisi. E’ un’impresa difficile ma bella e soprattutto e’ alla nostra portata”, conclude.

 

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