Grillo sfida Renzi e i Dem: “Fuori le intercettazioni”. E il premier attacca le toghe: “Voglio vedere come finisce a Potenza”.

Grillo sfida Renzi e i Dem: “Fuori le intercettazioni”. E il premier attacca le toghe: “Voglio vedere come finisce a Potenza”.
11 aprile 2016

di Daniele Di Mario

L’inchiesta di Potenza apre un nuovo fronte politico per Matteo Renzi: le intercettazioni. Sabato il premier si è scagliato contro la pubblicazione indiscriminata dei brogliacci che escono dalle procure. Ma non ha alcuna intenzione di procedere con la riforma, il cui testo è pronto da mesi ma è chiuso in un cassetto. “Il governo – spiega il presidente del Consiglio in un’intervista rilasciata al Tg5 – non vuole mettere mano alle intercettazioni. Ci sono molti pettegolezzi pubblicati che non servono alle indagini. Molti magistrati non passano queste informazioni, spero ci sia buon senso da parte di tutti”. Ma il caso politico resta, anche perché Renzi, pur spronando i magistrati a indagare, ammonisce: “Voglio vedere come finisce l’indagine di Potenza”. E avverte: “Le sentenze si fanno nei tribunali”. Il premier poi minimizza il contenuto di alcune intercettazioni pubblicate nei giorni scorsi: “Voglio vedere se vi spiano per un anno cosa dite dei vostri colleghi. Al telefono si parla in modo diverso”. Argomenti sostenuti per anni dal centrodestra e usati dal Pd per attaccare il Cav. Tanto che Forza Italia oggi chiede ai Dem di “chiedere scusa”, con il il MoVimento 5 Stelle che usi la materia per polemizzare col premier. Un sondaggio Demos rivelato da la Repubblica , peraltro, dice che l’effetto Potenza sul Pd si fa sentire eccome.

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Se si votasse oggi con l’Italicum e al ballottaggio andassero Pd e M5S, i grillini prenderebbero il 51,8% contro il 48,2 di Renzi. Appena due mesi fa i dati erano rovesciati: 51% il Pd e 49% Grillo. Con una legge elettorale che, ad oggi, promuoverebbe un nuovo bipolarismo (Pd-M5S, appunto) è naturale che il comico leader del MoVimento 5 Stelle usi le intercettazioni per incalzare il segretario Dem. “Lo scandalo Trivellopoli in cui è coinvolta buona parte del governo e moltissimi esponenti piddini si arricchisce ogni giorno di particolari inquietanti grazie alle intercettazioni – scrive Grillo sul proprio blog – Un’intercettazione ha provocato le dimissioni della Guidi. Grazie alle intercettazioni di Trivellopoli abbiamo saputo della combriccola del quartierino che dice al governo quali emendamenti far approvare e come scriverli e della guerra tra bande (o meglio tra lobby) in atto che coinvolge ministri, viceministri, sottosegretari e parlamentari. La soluzione è evidente per chiunque: pubblicare tutte le intercettazioni per informare tutti gli italiani, fermare questa gente, mandare a casa il Bomba e i suoi ministri e dare all’Italia un governo che faccia l’interesse nazionale. Dopo Mafia Capitale, Banca Etruria e Trivellopoli il governo delle lobby del petrolio e dei banchieri deve andare a casa. No al bavaglio”.

I deputati del M5S invece attaccano con un’interrogazione a prima firma del capogruppo Michele Dell’Orco il sottosegretario Claudio De Vincenti chiedendone le dimissioni. Tornando alle intercettazioni, anche FI incalza Renzi. Maurizio Gasparri invita il premier a chiedere scusa: “Dopo essere illegalmente arrivati al potere solo grazie alle conseguenze dell’uso politico della giustizia, ora Renzi e i capetti del Pd, presi con le mani nel sacco, strepitano contro magistrati e intercettazioni. Hanno boicottato ogni giusta legge da noi proposta per evitare abusi e processi mediatici a colpi di intercettazioni illegali e ora piangono. Renzi taccia e si scusi a nome del Pd che per interessi politici non ha voluto giuste riforme”. Linea condivisa anche da Daniela Santanchè: “Ora per Renzi e per il suo codazzo nel Pd la riforma delle intercettazioni è diventata imprescindibile e non risparmia attacchi alla magistratura. Quando lo dicevamo noi eravamo tacciati per reazionari e visti come degli appestati. Per noi la riforma era e resta imprescindibile perché occorre mettere un freno. Renzi ora ne ha bisogno dopo gli scandali che stanno contaminando il suo governo: ben venga, ma abbia coraggio fino in fondo”. Anche Ignazio Abrignani (ala) definisce “indispensabile” la riforma delle intercettazioni”.

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