Il Cairo, Patrick Zaky resterà in carcere altri 45 giorni

Il Cairo, Patrick Zaky resterà in carcere altri 45 giorni
Patrick Zaky
8 ottobre 2020

Patrick Zaky resterà in carcere in Egitto per altri 45 giorni. Lo ha deciso la Corte del Cairo, che accusa il giovane studente dell’Università di Bologna di propaganda contro lo Stato. Zaky è stato fermato nella capitale egizianadove è in carcere dal 7 febbraio scorso. Intanto la famiglia di Patrick continua a disperare. “Otto mesi di dolore e sofferenza senza alcuna indicazione di quando Patrick tornerà a casa o di un motivo chiaro per cui ci è stato portato via – afferma la famiglia del ricercatore in una dichiarazione pubblica -. Ricordiamo ancora il giorno in cui siamo andati a prenderlo all’aeroporto come se fosse ieri, tutta la confusione, la paura e l’ansia, quei sentimenti non ci hanno mai lasciati”. E ricorda che “nostro figlio è detenuto da 8 mesi, questo è stato il periodo più pesante della nostra vita e chiediamo il suo rilascio immediato!”. Nell’ultima udienza del processo che si è tenuta il 26 settembre scorso in Egitto, alla quale il giovane non era presente, si è deciso un nuovo rinvio, al 7 ottobre. E oggi, come detto, la Corte del Cairo ha deciso che Patrick Zaky resterà in carcere in Egitto per altri 45 giorni.

“Durante gli ultimi mesi, siamo stati sopraffatti dalla quantità di amore e sostegno che abbiamo ricevuto da tutti, da amici di una vita a completi sconosciuti, persone che non hanno mai incontrato Patrick sono determinate ad essere la sua voce e questo ci ha riempito di orgoglio per la meravigliosa persona che abbiamo cresciuto – proseguono i familiari del giovane ricercatore -. Eppure, ogni nuovo giorno ci siamo trovati di fronte alla realtà che nostro figlio è ancora in prigione e che il pensiero ci terrorizza. Abbiamo passato mesi senza vederlo e senza sentire la sua voce, riuscite a immaginare di non poter parlare con vostro figlio per mesi mentre sapete che sta soffrendo in una struttura di detenzione durante una pandemia?”. Tanti gli interrogativi in questa enigmatica vicenda che oramai ha fatto il giro del mondo ma che a tutt’ora non vede una via d’uscita. “In ogni singola udienza non possiamo fare a meno di sperare che venga rilasciato e ogni volta che il rinnovo della detenzione ci spezza il cuore – sottolineano amaramente i familiari -. Siamo devastati da questo ciclo di rinnovi e siamo terrorizzati dal pensiero che possa non finire mai”.

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