Ministero, ecco come funzionano i nuovi contratti a TD

14 marzo 2014

”I mezzi di informazione hanno dedicato ampio spazio alle misure previste dal piano per il lavoro messo a punto dal Governo. Alcuni commenti hanno sollevato delle perplessita’ sull’efficacia e la reale innovativita’ dei provvedimenti, relative, in particolare, alle disposizioni riguardanti i contratti a tempo determinato. Per chiarire alcuni dubbi interpretativi, puo’ quindi essere utile – sottolinea una nota del ministero del Lavoro – fornire qualche elemento di precisazione rispetto all’illustrazione generale dei provvedimenti avvenuta nella conferenza stampa seguita al Consiglio dei Ministri del 12 marzo”. ”Con l’entrata in vigore del decreto legge il datore di lavoro puo’ sempre instaurare rapporti di lavoro a tempo determinato senza causale, nel limite di durata di trentasei mesi. Viene cosi’ superata la precedente disciplina che limitava tale possibilita’ solo al primo rapporto di lavoro a tempo determinato. Inoltre, la possibilita’ di prorogare un contratto di lavoro a termine in corso di svolgimento e’ sempre ammessa, fino ad un massimo di 8 volte nei trentasei mesi. Rimane, quale unica condizione per le proroghe, il fatto che si riferiscano alla stessa attivita’ lavorativa per la quale il contratto e’ stato inizialmente stipulato.

Nell’introdurre il limite del 20% di contratti a termine che ciascun datore di lavoro puo’ stipulare rispetto al proprio organico complessivo, il decreto fa comunque salvo quanto disposto dall’art. 10, comma 7, del D.lgs. 368/2001, che da un lato lascia alla contrattazione collettiva la possibilita’ di modificare tale limite quantitativo e, dall’altro, tiene conto delle esigenze connesse alle sostituzioni e alla stagionalita’. Infine, per tenere conto delle realta’ imprenditoriali piu’ piccole, e’ previsto – conclude la nota – che le imprese che occupano fino a 5 dipendenti possono comunque stipulare un contratto a termine. Con questi interventi, il governo ha inteso offrire la risposta ritenuta piu’ efficace alle attuali esigenze del contesto occupazionale e produttivo del Paese. Naturalmente, si tratta di misure sulle quali il Parlamento sara’ chiamato a pronunciarsi fin dai prossimi giorni e potra’ fornire spunti e proposte per un loro eventuale miglioramento”.

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