Inchiesta rifiuti, 900 ore di registrazioni al setaccio

Inchiesta rifiuti, 900 ore di registrazioni al setaccio
21 febbraio 2018

Novecento ore di registrazioni, decine di incontri e colloqui da esaminare e da trascrivere. E’ l’impegnativo incarico affidato dalla procura di Napoli agli investigatori della squadra mobile e dello Sco nell’ambito dell’inchiesta avviata sui presunti illeciti emersi dai video – pubblicati in rete finora solo in parte – del giornale online Fanpage che ha portato al coinvolgimento di esponenti politici e amministratori ed a un acceso confronto tra schieramenti che sta infiammando la campagna elettorale. Gli inquirenti, che hanno acquisito nei giorni scorsi presso la redazione di Fanpage le copie integrali dei video, hanno l’esigenza di chiarire tutti i dettagli degli incontri prima di poter procedere ad altre attivita’, come gli eventuali interrogatori di indagati e persone informate dei fatti. Una inchiesta che vede impegnati ben cinque pm della Direzione distrettuale antimafia e della sezione reati contro la pubblica amministrazione – Sergio Amato, Henry John Woodcock, Celeste Carrano, Ilaria Sasso del Verme e Ivana Fulco – con il coordinamento del procuratore Giovanni Melillo e dell’aggiunto Giuseppe Borrelli. In serata e’ stato diffuso un altro spezzone di video, il quarto, in cui si vede Nunzio Perrella, ex boss della camorra infiltrato per Fanpage.it, mentre con una interlocutrice discute chiaramente di denaro della camorra da utilizzare per un affare. E nell’anticipazione del video stesso si spiega che la signora sarebbe la moglie di un ufficiale dei Carabinieri che avrebbe il ruolo di intermediaria per una cordata di imprenditori interessati alla costruzione di un sito di stoccaggio per i rifiuti a Marghera. Gli affari e i soldi della camorra, si spostano dunque al Nord e in particolare in Veneto.

Sono al momento oltre dieci le persone iscritte nel registro degli indagati per l’ipotesi di corruzione (in alcuni casi aggravati dall’articolo 7, la finalita’ mafiosa), escludendo quelli nei cui confronti e’ stato ipotizzato il reato di associazione mafiosa. L’indagine infatti ha inizio nel 2013 quando la Dda mette nel mirino le attivita’ del clan del quartiere Vomero, capeggiato da Luigi Cimmino (da tempo detenuto) e da Andrea Basile. Una organizzazione intenzionata ad infiltrarsi negli appalti degli ospedali della zona collinare, contando sulla collusione di amministratori per pilotare le gare “a favore di soggetti ed imprenditori amici”, come si legge negli atti dell’inchiesta. L’indagine della procura si e’ intrecciata con l’inchiesta giornalistica di Fanpage, che ha utilizzato nel ruolo di infiltrato l’ex camorrista pentito Nunzio Perrella, il boss che negli anni Novanta svelo’ gli interessi dei clan sulla gestione dei rifiuti. Fingendosi imprenditore, Perrella ha contattato una serie di politici e amministratori proponendo accordi illeciti. E i video di Fanpage hanno indotto la procura nei giorni scorsi a disporre una serie di perquisizioni ipotizzando il reato di corruzione che si configura – come e’ sottolineato nei decreti dei pm – anche senza il versamento della tangente ma in presenza della semplice promessa. Una tempesta mediatica e giudiziaria che finora ha provocato le dimissioni di Roberto De Luca, assessore al bilancio del Comune di Salerno e figlio del governatore della Campania Vincenzo De Luca, Lorenzo Di Domenico, consigliere delegato della Sma – societa’ in house della Regione per la tutela dell’ambiente – e Biagio Iacolare, presidente della Sma ed esponente centrista. Tutti si sono detti estranei alle accuse. L’attivita’ di Perrella nelle vesti di agente procuratore e’ alla base delle sette puntate annunciate da Fanpage che finora ne ha diffuso in rete soltanto quattro. Vi e’ tanta altra materia inedita dunque che presto sara’ all’attenzione della magistratura e che fa ipotizzare l’imminente coinvolgimento di altre persone nell’inchiesta della procura partenopea.

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