Iran, aumenta repressione nelle città curde: 13 morti in 24 ore

Iran, aumenta repressione nelle città curde: 13 morti in 24 ore
21 novembre 2022

Si intensifica la repressione delle proteste nelle città del Kurdistan iraniano, dove nelle ultime ore sono rimaste uccise almeno 13 persone, stando al bilancio fornito dall’organizzazione per i diritti umani Hengaw, che ha accusato le forze di sicurezza iraniane di aver aperto il fuoco contro i manifestanti. Nelle ultime ore, ha aggiunto l’ong, nella maggior parte delle città del Kurdistan risulta interrotto l’accesso a Internet. Dal Kurdistan iraniano proveniva Masha Amini, la 22enne morta lo scorso 16 settembre a Teheran dopo essere stata arrestata dalla polizia per aver indossato in modo inappropriato il velo, il cui decesso ha innescato le proteste che vanno ormai avanti da due mesi in tutto il Paese. Stando all’ultimo bilancio fornito dall’agenzia di stampa degli attivisti per i diritti umani (Hrana), che ha sede negli Stati Uniti, dal 16 settembre al 20 novembre sono almeno 419 le persone rimaste uccise in Iran, tra cui almeno 60 minori e 54 membri delle forze di sicurezza iraniane, mentre sono oltre 17.000 le persone arrestate, tra cui 540 studenti.

Ieri i Guardiani della rivoluzione hanno annunciato di aver “rafforzato” il dispiegamento delle proprie forze nelle regioni curde per rispondere alle attività di quelli che hanno definito “gruppi separatisti terroristici”. Il governo di Teheran ha più volte denunciato l’azione di “terroristi” e “separatisti” nelle proteste di questi ultimi due mesi. E oggi il sito Iran International ha diffuso un video che mostra mezzi e forze militari dispiegati nella città curda di Mahabad, dove sabato ci sono stati violenti scontri, seguiti ieri da manifestazioni di solidarietà tenute in diverse città iraniane, in particolare quelle curde, ma anche a Teheran, a Kerman ed Esfahan.

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Una prova di forza da parte del governo che arriva dopo che giovedì scorso il ministro degli Esteri, Hossein Amir-Abdollahian, ha accusato Israele e le agenzie di intelligence occidentali di aver “pianificato la guerra civile, la distruzione e la disintegrazione dell’Iran”. E che va anche oltre i confini nazionali, con il nuovo attacco messo a segno da Teheran contro i partiti curdi iraniani presenti nel Kurdistan iracheno: missili e droni hanno infatti colpito la sede del Partito Democratico del Kurdistan iraniano (Kdpi) a Erbil e quella del partito Komala a Sulaymaniyya. Secondo l’emittente curda irachena Rudaw, nell’attacco a Erbil è rimasto ucciso un peshmerga del Kdpi.

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