Israele rimuove i post di condoglianze per Papa Francesco. Vaticano: “Pura follia”

Benjamin Netanyahu
Il Ministero degli Esteri israeliano ha imposto la cancellazione di tutti i messaggi di cordoglio per la scomparsa di Papa Francesco, estendendo l’ordine a tutte le rappresentanze diplomatiche nel mondo. La controversa decisione ha innescato immediate ripercussioni diplomatiche, particolarmente accese nei paesi di tradizione cattolica. I post in questione, pubblicati sui canali ufficiali della diplomazia israeliana, recitavano: “Riposa in pace, Papa Francesco. Che la sua memoria sia una benedizione”.
La direttiva non ha fornito motivazioni ufficiali e ha perfino vietato agli ambasciatori di apporre firme sui registri di condoglianze presso le sedi diplomatiche vaticane. Fonti citate dal Jerusalem Post rivelano che dietro il silenzio vi sarebbero le recenti dichiarazioni del Pontefice sul conflitto a Gaza, quando il Papa aveva affermato che quanto stava accadendo nell’enclave palestinese “non è una guerra e ha le caratteristiche di un genocidio”, accusando lo Stato ebraico di “bombardare i bambini e falciarli con le mitragliatrici”.
Mentre il presidente Isaac Herzog ha mantenuto il suo messaggio di cordoglio, non è passata inosservata l’assenza di dichiarazioni da parte del premier Benjamin Netanyahu, in quello che gli osservatori interpretano come un segnale politico deliberato. “Un errore diplomatico”, così ha definito la decisione Raphael Schutz, fino a pochi mesi fa ambasciatore israeliano presso la Santa Sede, aggiungendo: “Non dovremmo tenere il punto in questo modo dopo la morte di qualcuno”.
Nonostante le tensioni e la coincidenza con lo Shabbat, l’ambasciatore israeliano presso il Vaticano, Yaron Zeidman, parteciperà comunque ai funerali previsti per sabato mattina, come confermato all’agenzia Adnkronos. Dal fronte vaticano, non si è fatta attendere la reazione di Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, che dagli studi televisivi di Cartabianca ha bollato la scelta israeliana come “pura follia”, sostenendo che “Netanyahu non ha ragione da nessun punto di vista” e ricordando l’impegno del Papa per la coesistenza pacifica tra i popoli.