Karol Nawrocki vince la presidenza: priorità ai polacchi e tensioni con l’Ue

Karol Nawrocki, candidato del partito nazionalista Diritto e Giustizia (PiS), è il nuovo presidente della Polonia. Con il 50,89% dei voti (10.606.628 preferenze), ha superato di misura il rivale liberale Rafał Trzaskowski, fermo al 49,11% (10.237.177 voti), nel ballottaggio presidenziale. Lo ha annunciato la Commissione Elettorale Nazionale, smentendo gli exit poll che nella serata di ieri davano in vantaggio il sindaco di Varsavia, pupillo del premier europeista Donald Tusk. L’affluenza, record storico al 71,63%, sottolinea la spaccatura profonda di un Paese al bivio.

Karol Nawrocki

Un volto nuovo per il sovranismo

Quarantadue anni, ex pugile dilettante, storico specializzato in crimini nazisti e comunisti, Nawrocki ha guidato l’Istituto della Memoria Nazionale fino al 2021. Scelto dal PiS di Jarosław Kaczyński come “rinnovamento” della linea conservatrice del presidente uscente Andrzej Duda, ha costruito la sua campagna su slogan trumpiani come “Polonia first”. Contrario ad aborto e diritti LGBTQ+, critico verso l’accoglienza di rifugiati ucraini e l’integrazione europea, Nawrocki ha promesso priorità ai cittadini polacchi e una rinegoziazione del sostegno a Kiev. Il suo profilo internazionale ha incassato l’appoggio di Donald Trump, tramite il CPAC, e del premier ungherese Viktor Orbán, che ha definito il risultato una “fantastica vittoria”.

Un’elezione al cardiopalma

Il risultato è arrivato dopo una notte di tensione. Gli exit poll iniziali davano Trzaskowski al 50,3%, ma le proiezioni delle 23 hanno ribaltato lo scenario, con Nawrocki in testa al 50,7%. Lo scrutinio ha visto il candidato sovranista toccare un vantaggio di 10 punti, prima che il voto delle grandi città e della diaspora riducesse il distacco, senza però completare la rimonta di Trzaskowski. L’affluenza record, la più alta dalla fine del comunismo, riflette l’intensa mobilitazione di un elettorato polarizzato.

Scandali e polemiche

La campagna di Nawrocki non è stata esente da controversie. Accusato di presunti legami con ambienti criminali e di un episodio di rissa a Danzica nel 2009, ha liquidato le critiche come “bugie”. Ha destato scalpore anche l’uso dello pseudonimo Tadeusz Batyr per pubblicare un libro su un boss criminale, giustificato come misura di sicurezza. Un altro caso riguarda l’acquisto di un appartamento da un pensionato, con promesse di assistenza non mantenute, anche se l’immobile è stato poi donato a un ente benefico.

Reazioni e prospettive

Il presidente uscente Duda ha celebrato su X l’alta partecipazione, congratulandosi con Nawrocki: “Forza Polonia!”. Congratulazioni anche dal segretario Nato Mark Rutte, che auspica una collaborazione per rafforzare l’Alleanza, e dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che su X ha ribadito la fiducia in un’“ottima cooperazione”. Tuttavia, le posizioni euroscettiche di Nawrocki, ostili al Green Deal e al ruolo di Francia e Germania in Europa, rischiano di complicare i rapporti con Bruxelles.

La vittoria di Nawrocki è un duro colpo per il governo Tusk, che potrebbe vedere il suo programma riformista, in particolare sull’indipendenza della magistratura, ostacolato dal veto presidenziale. Si teme un ritorno a una Polonia più isolata e nazionalista, con il rischio di elezioni anticipate. La spaccatura emersa dal voto conferma un Paese diviso, con il futuro politico che si preannuncia turbolento e il ruolo della Polonia in Europa e nella Nato tutto da ridefinire.