La Corte europea condanna l’Italia: per 10 anni ha violato i limiti di polveri Pm10

La Corte europea condanna l’Italia: per 10 anni ha violato i limiti di polveri Pm10
10 novembre 2020

La Corte europea di Giustizia ha condannato l’Italia, con una sentenza emessa oggi a Lussemburgo, per la violazione sistematica e continuata della direttiva Ue sulla qualità dell’aria, e per non aver posto rimedio con le misure adeguate a questa inadempienza. In particolare, non sono stati rispettati, in alcuni casi per più di dieci anni, i valori limite sia giornalieri che annuali della concentrazione nell’aria di emissioni di particolato PM10. I limiti giornalieri sono stati violati a partire dal 2008 in varie zone, agglomerati o regioni: Roma e Frosinone, Napoli e Caserta, Emilia Romagna, Milano, Bergamo, Brescia, pianura lombarda e Piemonte; a partire dal 2009 in Veneto, in particolare negli agglomerati di Venezia-Treviso, Padova, Vicenza e Verona. In tempi diversi, le violazioni hanno riguardato anche le zone, agglomerati o regioni di Prato-Pistoia, Pisa e Lucca, Torino, Terni, Benevento (area costiera collinare), Puglia (zona industriale) e Palermo.

I limiti annuali sono stati superati in tempi diversi e nelle zone di Roma-Frosinone, Venezia-Treviso, Vicenza, Milano, Brescia, pianura lombarda e Torino. Il particolato PM10 è composto di particelle solide o liquide di diametro inferiore a 10 micrometri, spesso contenenti sostanze tossiche, che possono penetrare nelle vie respiratorie e nei polmoni. Le emissioni sono dovute principalmente ai carburanti usati nei trasporti e al riscaldamento domestico. L’esistenza di un nesso causale tra l’esposizione a elevate concentrazioni di particelle nell’aria e l’aumento della mortalità o della frequenza percentuale di alcune malattie nella popolazione è stata confermata dall’Organizzazione mondiale della Sanità. L’Italia, con 66.630 decessi prematuri riconducibili a questa causa in un anno, è lo Stato membro dell’Ue maggiormente colpito in termini di mortalità connessa al particolato. Nel 2014, la Commissione europea aveva avviato un procedimento per inadempimento nei confronti dell`Italia in ragione del superamento sistematico e continuato, in un certo numero di zone del territorio italiano, dei valori limite fissati per le particelle PM10 dalla direttiva “qualità dell`aria”.

Leggi anche:
Germania: arrestate 2 spie russe, sabotavano sostegno a Ucraina

Secondo la Commissione, infatti, da una parte, dal 2008 l`Italia ha superato, in maniera sistematica e continuata, nelle zone interessate, i valori limite giornaliero e annuale applicabili alle concentrazioni di particelle PM10. D`altra parte, la Commissione ha censurato l`Italia per non aver adempiuto l`obbligo ad essa incombente di adottare misure appropriate al fine di garantire il rispetto dei valori limite fissati per le particelle PM10 nell`insieme delle zone interessate. Ritenendo insufficienti i chiarimenti forniti in proposito dall`Italia nel corso della fase precontenziosa del procedimento, la Commissione, il 13 ottobre 2018, ha proposto dinanzi alla Corte un ricorso per inadempimento, che è stato accolto oggi. In particolare, la Corte ha dichiarato che, dal 2008 al 2017 incluso, i valori limite giornaliero e annuale fissati per le particelle PM10 sono stati regolarmente superati nelle zone interessate. Secondo la Corte, il fatto che i valori limite in questione non siano stati superati nel corso di taluni anni durante il periodo considerato non osta all`accertamento di un inadempimento sistematico e continuato alle disposizioni.

Inoltre, detto “valore limite”, al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi sulla salute umana e/o sull`ambiente nel suo insieme, deve essere conseguito entro un dato termine e non essere superato una volta raggiunto, ha sottolineato la Corte. E una volta che tale constatazione è stata accertata, è irrilevante che l`inadempimento risulti dalla volontà dello Stato membro al quale è addebitabile, dalla sua negligenza, oppure da difficoltà tecniche o strutturali cui quest`ultimo avrebbe dovuto far fronte, salvo stabilire l`esistenza di circostanze eccezionali le cui conseguenze non avrebbero potuto essere evitate nonostante l`uso della massima diligenza. Non essendo riuscita a fornire tale prova – ha proseguito la Corte – invano l`Italia si è fondata sulla diversità delle fonti d`inquinamento dell`aria per sostenere che alcune di esse non potrebbero esserle imputate, come esempio quelle che sarebbero influenzate dalle politiche europee di settore, o sulle particolarità topografiche e climatiche di talune zone interessate.

Leggi anche:
William torna al lavoro dopo la pausa per la malattia di Kate

Per quanto riguarda la censura relativa alla mancata adozione di misure adeguate per garantire il rispetto dei valori limite fissati per le particelle PM10, invece, la Corte ha ricordato che in caso di superamento di detti valori limite dopo il termine previsto per la loro applicazione, lo Stato membro interessato è tenuto a redigere un piano relativo alla qualità dell`aria che risponda ai requisiti di detta direttiva. E “l`Italia non ha manifestamente adottato, in tempo utile, le misure in tal senso imposte”, ha sottolineato, precisando che l`Italia non ha dato esecuzione a misure appropriate ed efficaci affinché il periodo di superamento dei valori limite fissati per le particelle PM10 fosse il più breve possibile. Peraltro, mentre l`Italia riteneva indispensabile, alla luce ei principi di proporzionalità, di sussidiarietà e di equilibrio tra gli interessi pubblici e gli interessi privati, disporre di termini lunghi affinché le misure previste nei diversi piani relativi alla qualità dell`aria potessero produrre i loro effetti, la Corte ha osservato, al contrario, che un siffatto approccio si pone in contrasto sia con i riferimenti temporali posti dalla direttiva “qualità dell`aria” per adempiere gli obblighi che essa prevede, sia con l`importanza degli obiettivi di protezione della salute umana e dell`ambiente, perseguiti dalla direttiva medesima.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi anche:
Tensione tra Iran e Israele: Teheran minaccia di attaccare i siti nucleari israeliani
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti