Michaela Biancofiore: “Boschi a Bolzano sull’A22 dei misteri”

Michaela Biancofiore: “Boschi a Bolzano sull’A22 dei misteri”
Michaela Biancofiore
25 gennaio 2018

E’ una partita tra prime donne. Due “B”: Michaela Biancofiore e Maria Elena Boschi. Bolzano il campo di gioco dove c’è in palio un seggio in Parlamento. La ‘pasionaria’ di Fi gioca in casa, non teme minimamente la renziana di ferro. Tuttavia, per la Biancofiore si gioca “una partita in cui qualcuno ha barato sulle regole e certamente non è Fi”.

Di quale regole parla?

“La candidatura di Maria Elena Boschi a Bolzano certifica quanto abbiamo detto da mesi: la legge elettorale il Pd, o meglio Renzi, l’ha scritta per favorire la Südtiroler Volkspartei, ponendo come ‘conditio sine qua non’ le norme speciali per l’Alto Adige, in modo tale da ricavare questi due collegi italiani favorevoli nettamente al Pd. Ma i bolzanini anche di centrosinistra mi conoscono e sanno quanto mi sono battuta e quanto mi batto per la mia comunità, da sempre. Io al posto di Maria Elena non sarei felice di arrivare a Bolzano da raccomandata e da persona che, francamente, non ha idea di qual è la realtà di questa terra. Ed è pure sconveniente che la candidino a Bolzano”.

In che senso

“I vertici dell’Autostrada del Brennero, i vertici della Cassa di Risparmio di Bolzano, sono gli stessi vertici politici che stanno gestendo le elezioni. Quasi mi dispiace per Maria Elena Boschi di mettersi in una condizione non gradevole, borderline tra politica e iniziative economiche sulle quali la stessa politica ha molto interesse. Un ottimo vostro collega ha sintetizzato tutte le competenze che sono passate alla Provincia sotto la regia di Renzi, Gentiloni e Maria Elena Boschi, tra le quali il decreto per la Cassa Rurale di Bolzano. Insomma, è tornare sul luogo dove è stato fatto il colpaccio. E’ normale che si fa saltare un accordo politico ampio e un intero testo di legge elettorale per lo 0,043 per cento nazionale della Svp. Evidentemente nel patto Pd-Svp ci sono cose diverse da quelle che noi non possiamo leggere”.

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Esempio?

“Guarda caso arriva una concessione in house, senza gara, per l’autostrada del Brennero da 11 miliardi di euro… Certo, son contenta che la concessione rimane nel mio territorio, ma mi sarebbe piaciuto se fosse andata a gara. Invece, questo di andare oltre le regole, mi sembra l’atteggiamento del renzismo”.

L’Europa vista dall’Alto Adige?

“E’ vista con positività in quanto sa ben sfruttare i fondi comunitari. Poi in merito alle prerogative, l’Europa dei popoli non è certo quella delle divisioni etniche e non delle piccole patrie. Da queste parti emerge una deriva indipendentista nei fatti e non declamata. Pochi hanno contezza nel resto del Paese che qui c’è una rigida ancora suddivisione etnica, c’è una convivenza che da parte dell’estrema destra tedesca viene messa continuamente in bilico tra italiani, tedeschi e ladini. E c’è anche una volontà di integrare il gruppo linguistico italiano, che oramai non ha nessuna leva economica, politica e sociale. In sostanza, una deriva indipendentista. Ma tutto si dissolve tra i governi di sinistra che, dimostratamente, sono succubi della Svp”.

Una nota di colore, in “suo onore”. Sulle note di ‘O bianco fiore’, storico inno della Democrazia Cristiana, Gianfranco Rotondi ha presentato a Roma 50 candidate donne…

“Io sono tutto tranne che democristiana, come Rotondi sa bene. E da liberale sono sempre divertita che il mio cognome è l’inno della Democrazia Cristiana. Tuttavia, io venendo da una terra di ‘gabbie etniche’, a me piace poco dividere le persone per categorie, donne e uomini. Certo, più donne in politica meglio ma agitarci come se fossimo un fenomeno di baraccone mi piace poco”.

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