La strage di Piazza Fontana raccontata su Rai 1 in “Io ricordo”

La strage di Piazza Fontana raccontata su Rai 1 in “Io ricordo”
10 dicembre 2019

La strage di Piazza Fontana raccontata dal punto di vista dei familiari delle vittime che oltre alla perdita non hanno avuto una verità giudiziaria. E’ questo il difficile compito di “Io ricordo” la docufiction in onda su Rai1 in prima serata il 12 dicembre in occasione dei 50 anni da quei tragici eventi come racconta il regista Francesco Miccichè: “La strage di Piazza Fontana è una strage che non ha colpevoli, nonostante attraverso i processi si sia capito molto bene quale è stata la dinamica del fatto, cioè che la bomba è stata messa da alcuni esponenti di Ordine Nuovo veneti, ma visto che questi erano assolti in altri gradi di giudizio, nell’ultimo processo non è stato possibile condannarli”.

Un’intensa Giovanna Mezzogiorno interpreta Francesca Dendena, figlia di Pietro, morto per la bomba esplosa alla Banca Nazionale dell’Agricoltura. “Io credo che sia importantissimo per tutti, per me ma anche per La società. La gente della mia generazione non conosce questa storia – ha spiegato l’attrice – è molto importante per far sapere e per far conoscere questa storia. Ci sono state molte manifestazione per Piazza Fontana, mi ricordo che ci andavo anche io quando ero al liceo, ma credo che quest’anno sarà una manifestazione particolarmente sentita”. Francesca è un esempio per le giovani generazioni per la sua fermezza nel chiedere giustizia e verità unita alla sua fiducia nelle istituzioni. Ma per Giovanna Mezzogiorno ci sono pesanti responsabilità in un paese che non vuole fare i conti con il suo passato.

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“Secondo me tante cose si sanno, i servizi segreti, i politici, i partiti, i governi le sapevano ma non le hanno volute far venire fuori”, ha aggiunto Mezzogiorno. “Io ricordo” ricostruisce, con immagini di repertorio e le interviste a chi ha vissuto quegli anni, le attese, i processi, i viaggi, le speranze, le delusioni, gli appelli, in un lungo e tortuoso cammino processuale verso una verità che dopo cinquant’anni ancora non esiste.

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