L’allarme dei sindacati, Acciaierie di Sicilia a rischio chiusura

L’allarme dei sindacati, Acciaierie di Sicilia a rischio chiusura
25 novembre 2014

“Acciaierie di Sicilia, storica azienda siderurgica del territorio catanese, rischia di chiudere e di mandare a casa i suoi 400 lavoratori. Acciaierie produce e vende oramai solo il 50% delle produzioni rispetto agli anni precedenti la crisi, complici anche il mercato del rottame che in Sicilia e’ in piena deregulation poiche’ ignora le direttive europee di settore, e il costo dell’energia elettrica che nell’Isola e’ molto piu’ alto delle altre regioni italiane in cui operano le aziende siderurgiche”. E’ quanto denunciano Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil di Catania che, dallo scorso luglio, insieme ai lavoratori di Acciaierie, protestano chiedendo alla Regione “di intervenire in fretta”. “Lo scorso settembre – dicono i sindacati -, nel corso di una riunione con il prefetto di Catania, l’assessore regionale Vancheri si era impegnata a costituire una commissione che nell’arco di un mese avrebbe elaborato un regolamento regionale sul rottame, secondo le direttive europee. L’assessore si era inoltre impegnata a contattare l’Agenzia nazionale per l’Energia, affinche’ venisse avviato l’esame del costo energetico in Sicilia. Ma a distanza di mesi – aggiungono – il regolamento non e’ stato ancora elaborato, e l’ultima riunione e’ saltata proprio per l’assenza della Vancheri”. Le segreterie di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil di Catania ritengono che Acciaierie, “grazie alla posizione al centro del Mediterraneo e al fatto di possedere l’unico forno elettrico sul mare, possa ancora accrescere occupazione e produttivita’. Per questo la Regione dovra’ risolvere in fretta le storture che accrescono i costi dell’azienda e la mettono nella condizione di rischio chiusura”.

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