Le “concessioni” di Johnson sulla Brexit. Per l’Ue “passi avanti”. Resta nodo dogane

3 ottobre 2019

Due confini in un’isola, attraverso una “zona normativa” che comprenda temporaneamente, secondo indiscrezioni fino al 2025, Irlanda e Irlanda del Nord: e’ l’offerta, che sa di ultimatum, che Boris Johnson ha fatto sulla Brexit a Jean-Claude Juncker, capo uscente della Commissione europea, e che ha aperto un minuscolo spiraglio nel negoziato tra Londra e Bruxelles, che l’ha definita “un passo avanti”. Il piano britannico per una Brexit concordata prevede che “i movimenti di merci tra Irlanda del Nord e Irlanda siano notificati attraverso una dichiarazione” e che i controlli doganali vengano svolti non a un confine ma nelle sedi dei commercianti. Il backstop, ha scritto Johnson nella lettera al presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, e’ “un ponte verso il nulla” e viene “rimosso”.

Con il piano britannico, invece, “si realizza l’impegno a evitare controlli normativi e fisici o le relative infrastrutture” al confine tra Irlanda del Nod e Irlanda. Johnson afferma che la frontiera tra i due Paesi restera’ “aperta”, in nome della salvaguardia del Good Friday, che misero fine alla guerra civile: si tratta di un principio che Londra si impegna “assolutamente a mantenere”. In luogo dei controlli doganali. Londra propone una “zona normativa che copre tutta l’isola” e “tutte le merci”, e non solo quelle agricole e alimentari. Nell’ambito di questa zona, l’Irlanda del Nord seguirebbe le normative comunitarie, che prevedono ispezioni doganali sui prodotti che arrivano dalla Gran Bretagna “come richiesto dalla legislazione Ue”. In un secondo tempo saranno le istituzioni nord irlandesi a decidere come procedere, se restare nella zona o seguire Londra nell’uscita totale dall’Unione europea.

Leggi anche:
Inondazioni in Cina, villaggi allagati: 100mila sfollati

Prima di presentarla, la proposta era stata approvata segretamente dal Partito Unionista Democratico (Dup) nordirlandese, con cui Johnson ha stretto un patto. La Gran Bretagna, aveva comunque fatto sapere Johnson dal congresso del Tory a Manchester annunciando le “concessioni” dell’ultima ora a Bruxelles, e’ pronta a partire senza un accordo il 31 ottobre “qualsiasi cosa accada”, e forse e’ anche nella direzione di questo ‘prendere o lasciare’ che va il nuovo tentativo di chiusura del parlamento, che Downing Street chiedera’ alla Regina, per, spiega una nota”, che dall’8 al 14 ottobre “si possano fare i preparativi logistici” per il Queen’s Speech, la tradizionale lettera del programma di governo da parte della sovrana. Per la prima volta da quando e’ diventato premier, Johnson parla una lingua che l’Ue quasi comprende. Juncker ha accolto positivamente la determinazione di “far progredire le discussioni prima del Consiglio europeo e di fare progressi verso un accordo”, si legge in una nota della Commissione. Juncker “ha riconosciuto i passi avanti positivi, in particolare rispetto all’allineamento normativo pieno per tutti i prodotti e il controllo dei prodotti che entrano in Irlanda del Nord dal Regno Unito”.

Tuttavia, secondo il presidente uscente della Commissione europea “vi sono ancora alcuni punti problematici che necessiteranno di ulteriore lavoro nei prossimi giorni, in particolare rispetto alla governance del backstop”. La proposta di Johnson prevede infatti la possibilita’ per il governo e il Parlamento nord-irlandesi di decidere ogni quattro anni di uscire dal mercato unico con l’Ue. “Il delicato equilibrio raggiunto con l’Accordo del Venerdi’ Santo deve essere preservato”, ha ricordato Juncker. Inoltre, “un’altra preoccupazione che deve essere affrontata sono le regole doganali”, ha detto Juncker. Con controlli lontani dalla frontiera vi i sono rischi legati ai dazi, all’Iva e alle frodi. Juncker ha ricordato a Johnson che per arrivare a un nuovo accordo su Brexit “dobbiamo avere una soluzione giuridicamente operativa che vada incontro a tutti gli obiettivi del backstop: evitare una frontiera fisica, preservare la cooperazione nord-sud e l’economia unica di tutta l’isola, e proteggere il mercato unico dell’Ue”.

Leggi anche:
Dopo il crollo in Basilicata, è scontro sulle candidature nel M5s

Juncker ha anche confermato al premier britannico che la Commissione ora “esaminera’ il testo legale in modo obiettivo” ed e’ “pronta a lavorare 24 ore su 24 sette giorni su sette” a un accordo. Un ‘no’ secco e’ invece arrivato da Dublino: la proposta di Londra, ha detto il premier Leo Varadkar, non soddisfa “completamente” le condizioni richieste per un non ritorno della frontiera con l’Irlanda del Nord. E se il negoziatore dell’Ue, Michel Barnier, parla di progressi” ma anche di “molto lavoro ancora da fare”, e’ il coordinatore dell’Europarlamento per la Brexit, Guy Verhofstadt, a bocciarla del tutto: “Non e’ assolutamente positiva; non fornisce le salvaguardie necessarie per l’Irlanda”, ha detto, spiegando che domani l’Europarlamento si esprimera’ su “cio’ che non e’ accettabile”.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti