Le mani della mafia su Expo e Fiera, 11 arresti. In manette anche un avvocato nisseno. Boccassini: giudizio immediato

Le mani della mafia su Expo e Fiera, 11 arresti. In manette anche un avvocato nisseno. Boccassini: giudizio immediato
6 luglio 2016

di Giuseppe Novelli

Reati tributari, riciclaggi e associazione a delinquere con l’aggravante della finalità mafiosa. Con queste accuse 11 persone, tra cui un avvocato, sono state arrestate nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Milano. Agli arrestati sarebbero riconducibili alcune aziende a cui erano stati affidati appalti per l’Expo e per l’Ente Fiera di Milano. Stando alle indagini, coordinate dal procuratore aggiunto, Ilda Boccassini, e dai pm, Paolo Storari e Sara Umbra, le mani di Cosa Nostra sarebbero arrivate anche a quattro padiglioni nell’esposizione universale: quelli di Francia, Kuwait, Guinea Equatoriale e dello sponsor Birra Poretti. Per la Boccassini, l’indagine “è importante” in quanto questa volta “segnala” in Lombardia non “le infiltrazioni di ‘ndrangheta, ma di Cosa Nostra”. Il procuratore ha voluto evidenziare come in particolare Giuseppe Nastasi, titolare del consorzio di cooperative al centro dell’inchiesta, avesse “legami con cosche importanti come gli esponenti della famiglia Accardo”. “Garantiremo agli indagati un processo rapido e quindi si procederà con la richiesta di rito immediato e alla trascrizione in tempi brevi di tutte le intercettazioni” che sono alla base dell’indagine, ha concluso la Boccassini.

L’inchiesta milanese, infatti, ruota attorno a Dominus Scarl, consorzio di cooperative attivo nel settore dell’allestimento stand amministrato da Giuseppe Nastasi, finito in arresto insieme al suo braccio destro Liborio Pace e all’avvocato Danilo Tipo, ex presidente della Camera Penale di Caltanissetta. Secondo i magistrati milanesi, avrebbero creato un sistema di fatture false per generare fondi neri e riciclare il denaro in Sicilia attraverso legami con la famiglia mafiosa dei Pietraperzia. Si tratta di operazioni di riciclaggio di denaro da milioni di euro. Fiumi di soldi che ottenuti con gli appalti, tornavano in Sicilia in borse di plastica, valigie e perfino in un canotto. Nell’ordinanza si legge che Nastasi è apparso subito in rapporti molto stretti con Liborio Pace (con cui è socio), già imputato per appartenenza alla famiglia mafiosa di Pietraperzia e che dalle indagini appare come elemento di collegamento con detta famiglia. Il gip Mannocci sottolinea come sia chiaro che un meccanismo quale quello emerso sia stato reso possibile da amministratori di aziende, consulenti, notai e commercialisti che non hanno voluto vedere quello che accadeva intorno a loro.

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E’ stato ‘intercettato’ anche un camion partito dalla Lombardia e diretto in Sicilia con dentro, ben nascosti, 400 mila euro in contanti, soldi sequestrati in quanto riciclati. I finanzieri hanno eseguito anche un sequestro preventivo di diversi milioni di euro. Gli arrestati avrebbero ottenuto in tre anni 20 milioni di appalti per l’ente Fiera di Milano attraverso la società Nolostand spa, del gruppo Fiera Milano e per la quale la Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano, presieduta da Fabio Roia, ha disposto l’amministrazione giudiziaria.  “La battaglia per la legalità non deve fermarsi mai, a tutela dei cittadini e delle istituzioni e sosteniamo ogni azione degli organi dello Stato in tal senso”, ha dichiarato il sindaco di Milano Giuseppe Sala, ex commissario di Expo. “Abbiamo lavorato e stiamo lavorando – ha aggiunto Sala – per proteggere Milano dalle infiltrazioni malavitose e dai rischi di corruzione. Risultati importanti sono stati ottenuti, ma la forza delle organizzazioni criminali non può essere sottovalutata nemmeno per un momento”.

 

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