Le ministre Bellanova e Bonetti si lasciano. Conte accetta le dimissioni

Le ministre Bellanova e Bonetti si lasciano. Conte accetta le dimissioni
Elena Bonetti e Teresa Bellanova
13 gennaio 2021

Il leader di Italia Viva in conferenza stampa apre di fatto la crisi di governo: “Crisi aperta da mesi ma non da Italia Viva, non permetteremo a nessuno di avere pieni poteri, chiediamo di rispettare le regole democratiche”, ha detto Matteo Renzi. Poi esclude il voto anticipato e sembra aprire a una ricucitura: “Nessuna pregiudiziale su Conte o sulle formule, siamo pronti a discutere, ma non c’è un solo nome per Palazzo Chigi”. Intanto, le ministre Teresa Bellanova, Elena Bonetti e il sottosegretario Ivan Scalfarotto si sono dimessi. Lo ha annunciato il leader di Italia Viva, spiegando che è stata inviata una lettera al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Le dimissioni degli esponenti di Iv all’interno dell’esecutivo aprono di fatto la crisi di governo.

Una lettera di quattro pagine, indirizzata al premier e firmata dalle due ministre renziane, Elena Bonetti e Teresa Bellanova, e dal sottosegretario Ivan Scalfarotto, per motivare la decisione di lasciare il governo. La missiva ricalca in gran parte le motivazioni illustrate oggi dal leader Matteo Renzi, nel corso della conferenza stampa in cui ha confermato lo strappo e aperto, di fatto, la crisi di governo nel pieno della pandemia. “La politica è la più alta e nobile forma di servizio, e servire le istituzioni repubblicane, l’onore più memorabile che possa capitare a una cittadina o un cittadino. Non è interesse di parte non è ambizioni personali”, esordiscono Bellanova, Bonetti e Scalfarotto. “Lasciare un incarico di governo richiede lunghissime, dolorose e assai profonde considerazioni. Abbiamo deciso di rimettere il nostro mandato in nome della dignità e della nobiltà della politica – rivendicano – e della nostra libertà e responsabilità individuale”.

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E aggiungono: “Se non c’è bisogno delle nostre idee e della nostra passione, se la nostra collaborazione il nostro contributo non servono, la cosa più giusta da fare è restituire il nostro mandato, per sempre grati di aver avuto il privilegio di servire l’Italia”. Quindi finalmente Bellanova, Bonetti e Scalfarotto citano i motivi principali della loro scelta. E vengono individuati in questioni di merito, metodo e di gestione del Recovery Plan. “Se per uscire da questo immobilismo serve un atto di responsabilità – aggiungono -, siamo i primi a compiere questo passo, augurandoci che possano così realizzarsi le condizioni per una nuova e diversa fase per il nostro Paese, guidata da un governo capace di rispondere prontamente ai bisogni dei nostri cittadini, famiglie e imprese”.

E arriva l’accusa, pesante: “Non vogliamo renderci complici di delegittimare il metodo democratico ritenendolo secondario rispetto all’emergenza”, scrivono le due ministre e il sottosegretario, rimproverando anche al premier – esprimendo rammarico e meraviglia – di aver “ignorato i segnali di preoccupazione che le abbiamo trasmesso quanto al rispetto delle Istituzioni e delle procedure che ne costituiscono la garanzia”. Dunque un elenco delle mancanze che Iv rimprovera al premier, dall’uso “ridondante di Dpcm” e della tv di Stato, alla delega ai servizi allo “show del ritorno a casa dei nostri connazionali rapiti in Libia”, fino alla “timidezza con cui si sono condannati i disordini di Washington e il loro mandante”.

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Poi si passa alle accuse sul merito. Italia Viva rimprovera i ritardi, inanellando una serie di esempi: “Quando le abbiamo chiesto di lanciare un programma da qui al 2023 – scrive la delegazione di Iv – la risposta è stata un assordante silenzio”. L’Italia, aggiungono “ora più che mai ha bisogno di una visione e non di immobilismo”. Dunque la conferma del voto di Iv ai provvedimenti sull’emergenza sanitaria, sui ristori e sullo scostamento di bilancio: “Non siamo irresponsabili, ma non possiamo nemmeno accettare lo stallo”. Se per uscirne “serve un atto di responsabilità, siamo i primi a compiere questo passo”.

CONTE ACCETTA LE DIMISSIONI

“Cari Ministri, purtroppo questa sera Italia Viva si è assunta la grave responsabilità di aprire una crisi di governo. Sono sinceramente rammaricato, e credo di potere interpretare anche i vostri pensieri, per il notevole danno che si sta producendo per il nostro Paese per una crisi di governo nel pieno di una pandemia e di una prova durissima che il Paese sta attraversando”. Il premier Giuseppe Conte, aprendo il Cdm, ha spiegato anche che le dimissioni delle ministre Iv “mi sono state comunicate attraverso una comunicazione via mail”. Il premier ha aggiunto di aver accettato le dimissioni di Bonetti e Bellanova.

“Se un Partito fa dimettere le sue ministre, questo non può essere considerato un fatto estemporaneo, non si può sminuire la gravità di questa decisione”, ha aggiunto Conte. Il premier ha poi sottolineato: “Ho provato fino all’ultimo minuto utile a evitare questo scenario, e voi siete testimoni degli sforzi fatti in ogni sede, ad ogni livello di confronto. Ancora due giorni fa e quest’oggi ho ribadito che avevo preparato un lista di priorità per un confronto da fare non appena approvato il Recovery Plan, stasera le misure anticovid, la proroga dello stato di emergenza, domani lo scostamento di bilancio”.

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“Non ci siamo mai sottratti a un tavolo di confronto anche se oggettivamente diventa complicato un confronto quando il terreno è disseminato continuamente di mine difficilmente superabili. Il Paese sta guardando la drammatica situazione che stiamo vivendo, ho offerto la disponibilità ad un tavolo di legislatura eppure di fronte a questa disponibilità ci sono state comunque le dimissioni delle ministre”, ha aggiunto il presidente del Consiglio, secondo quanto riferiscono fonti di governo.

“Noi non siamo disponibili ad andare oltre il perimetro di questa coalizione e tutte le iniziative che assumeremo, le assumeremo in rapporto con Conte e con gli alleati che hanno sostenuto questa maggioranza. Andare oltre Conte significa andare oltre il perimetro di questa maggioranza. Crediamo che agli italiani sia difficile spiegare perché dovremmo abbandonare Conte. È un salto nel vuoto che non avrebbe giustificazioni”. Così ha detto stasera a “Porta a Porta”, il vicesegretario del Pd Andrea Orlando.

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