Libia, prima seduta del parlamento a Tobruk

4 agosto 2014

I deputati dell’Assemblea parlarmentare libica uscita dalle urne il 25 giugno scorso hanno prestato giuramento durante la prima riunione formale tenutasi oggi a Tobruk, 1.500 chilometri a est di Tripoli, a causa dei continui scontri tra milizie rivali in atto da settimane nella capitale. Assenti i deputati islamisti e i loro alleati della città occidentale di Misurata, che hanno bollato come anticostituzionale la seduta, sostenendo che spettava al presidente del Congresso generale nazionale (il parlamento uscente), Nuri Abu Sahmein, convocare la riunione. Abu Sahmein aveva effettivamente invitato i deputati a Tripoli per un “passaggio dei poteri”, ma la cerimonia è stata poi annullata a causa delle violenze. Tuttavia, hanno sottolineato alcuni analisti, la seduta inaugurale a Tobruk, a cui hanno partecipato circa 160 parlamentari su 180, sarebbe stata legittimata dalla presenza di rappresentanti della Lega araba, della missione Onu in Libia e dell’Organizzazione della conferenza islamica (Oci).

La seduta è stata sospesa dopo il giuramento prestato dai deputati, che torneranno a riunirsi in serata per eleggere il presidente della Camera dei rappresentanti, stando a quanto annunciato da Abu Bakr Biira, che ha presieduto i lavori. Nel suo discorso ai deputati, Biira ha chiesto a “quanti impugnano le armi di far prevalere la ragione e la saggezza e di optare per il dialogo”, sottolineando anche la necessità di un coinvolgimento della comunità internazionale per favorire una rapida cessazione delle ostilità in atto da settimane sia a Tripoli che a Bengasi, costati la vita a oltre 220 persone. Anche il rappresentante della missione Onu in Libia, Moein Borhan, ha preso la parola davanti all’assemblea, esprimendo l’auspicio che i deputati riescano a risolvere presto la disputa riguardo alla sede parlamentare. “La vostra riunione di oggi rispecchia la volontà del popolo libico di rispettare il processo democratico”, ha poi aggiunto, denunciando quindi le violenze delle ultime settimane e il “ricorso alle armi per risolvere i conflitti politici”, a rischio di far sprofondare il paese “in un buio tunnel”. (fonte Afp)/TMNews

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