Mafia, sequestro da 18,5 mln a uomini vicini a Messina Denaro

Mafia, sequestro da 18,5 mln a uomini vicini a Messina Denaro
16 gennaio 2015

Un ulteriore colpo al patrimonio del mandamento mafioso di Castelvetrano, capeggiato da Matteo Messina Denaro, e’ stato inferto dai carabinieri del Ros e del Comando di Trapani, che da stamattina hanno sequestrato, nei confronti dell’imprenditore Salvatore Angelo e del boss Antonino Nastasi, 8 beni aziendali, 132 beni immobili, 7 veicoli e 22 tra rapporti bancari e finanziari per un valore di 18,5 milioni di euro. Il provvedimento, richiesto dal pool coordinato dal procuratore aggiunto Teresa Prinicpato, nasce dalle indagini relative alla ricerca di Matteo Messina Denaro che, dopo aver portato all’arresto degli esponenti di vertice del mandamento di Castelvetrano, hanno consentito di individuare un patrimonio dal valore di 18 milioni di euro.

La cosca era in grado di intervenire nell’esecuzione di importanti lavori nel settore delle energie rinnovabili attraverso una fitta rete di societa’ controllate, in modo diretto e indiretto, dall’imprenditore Salvatore Angelo. Intorno a questa figura, ruotava il sistema societario con cui Cosa nostra si e’ infiltrata direttamente nel circuito produttivo e, in particolare, nella realizzazione di parchi eolici nelle province di Palermo e Agrigento. Una parte dei proventi derivanti dalle attivita’ confluiva nelle casse di Cosa nostra, e in parte al sostentamento della latitanza di Matteo Messina Denaro. Nello specifico, nei confronti di Salvatore Angelo sono state sequestrate 5 imprese individuali attive nel settore agricolo ed edile, l’intero compendio aziendale di una societa’ attiva nella produzione e commercializzazione del calcestruzzo, una societa’ attiva nel commercio all’ingrosso di prodotti farmaceutici, oltre che numerosi immobili e conti correnti.

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Il sequestro riguarda, inoltre, il compendio patrimoniale di Antonino Nastasi, condannato all’ergastolo per associazione mafiosa e omicidio, e indicato come il proprietario del terreno usato nel ’93 per nascondere l’esplosivo usato nelle stragi di Roma, Firenze e Milano. Le indagini hanno accertato il trasferimento fraudolento a favore di prestanome di quote societarie di proprieta’ della moglie, e le modalita’ attraverso cui gli utili d’impresa venivano incamerati dalla cosca di Castelvetrano. Nei suoi confronti sono stati sequestrati un’impresa individuale attiva nel settore della viticultura, 48 terreni, tra cui vigneti, uliveti, mandorleti e agrumeti per un’estensione di 65 ettari, nonché 4 fabbricati rurali e numerosi rapporti bancari.

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