Manovra “bollinata”: per gli affitti su Airbnb tasse al 26%, gettito record dalla rottamazione
Il testo introduce una doppia cedolare secca per colpire chi usa le piattaforme digitali, mentre per le banche è confermato il balzo dell’IRAP. Il gettito dalla rottamazione è stimato in 9 miliardi.
Palazzo Chigi, sede del governo italiano
Una stangata fiscale per chi affitta casa su piattaforme come Airbnb e Booking, ma un piccolo respiro di sollievo per il settore bancario e quello cinematografico. È una delle chiavi di volta della legge di Bilancio 2026, il cui disegno di legge, arrivato a 154 articoli, è stato ufficialmente “bollinato” dalla Ragioneria dello Stato e trasmesso dal MEF a Palazzo Chigi, avviando così il suo iter in Parlamento. La manovra disegna una netta linea di confine tra affitti brevi gestiti in proprio e quelli mediati digitalmente, con un’aliquota che schizza dal 21 al 26% per questi ultimi.
Una manovra a due velocità
Il testo conferma gli oneri per il comparto creditizio, già presenti nella bozza originaria. Restano infatti in vigore il aumento di due punti dell’IRAP e i tetti alla deducibilità degli interessi passivi, un meccanismo che scalerà progressivamente dal 96% al 99% tra il 2025 e il 2028. Una scelta che delinea una manovra a due velocità, dove si alleggeriscono alcuni tagli previsti – come quelli al Fondo per il cinema – ma si stringono le maglie della tassazione in settori specifici e ad alto gettito.
La doppia aliquota sull’home sharing
Il provvedimento più discusso e tecnicamente innovativo riguarda il mondo delle locazioni brevi. Il governo punta a riordinare il settore introducendo una doppia aliquota per la cedolare secca. L’imposta rimarrà al 21% solo per i proprietari che gestiscono gli affitti in completa autonomia, senza ricorrere ad alcun intermediario. Decisamente diverso il trattamento per chi, invece, si affida alla mediazione di portali telematici (Airbnb, Booking, Vrbo) o ad agenzie immobiliari: in questi casi, l’aliquota applicabile salirà automaticamente al 26%.
Secondo le stime tecniche allegate alla manovra, questa misura genererà un gettito aggiuntivo di 102,4 milioni di euro all’anno. La previsione si basa sull’assunto che la stragrande maggioranza (il 90%) dei proprietari continuerà a servirsi delle piattaforme nonostante il balzo impositivo, preferendo la comodità e la rapidità del servizio. Sarà questa fetta di mercato a garantire all’Erario gli introiti supplementari.
Gettito record dalla rottamazione e tagli al cinema ridotti
Il capitolo entrate della manovra si regge su altri due pilastri fondamentali. Il primo è la “rottamazione quinquies”, dalla quale ci si attende un incasso monstre di 9 miliardi di euro, da riscuotere attraverso 54 rate bimestrali nell’arco di nove anni. Il secondo è la nuova “pace fiscale”, per la quale il governo stima un’adesione su 13,1 miliardi di euro di crediti potenziali.
Infine, arrivano le prime retromarce. Vengono infatti attenuati i pesanti tagli inizialmente previsti per il Fondo per il cinema e l’audiovisivo. Per il 2026, la decurtazione sarà di 150 milioni di euro, 40 in meno rispetto ai 190 inizialmente messi nero su bianco. Nel 2027, il taglio sarà di 200 milioni, invece dei 240 originari. Un parziale dietrofront che segna una piccola vittoria per il settore culturale.
