Meditazioni Papa Via Crucis: pace, unità Chiesa, economia che uccide

Preghiere per “chi giace alle frontiere e sente finito suo viaggio”

Papa-Francesco-Via-Crucis

Il dono della pace per “tutte le nazioni” e “per chi è invisibile e senza voce”; la pace e l’unità per la Chiesa; la supplica per le persone schiacciate da “un`economia che uccide”: sono gli spunti più importanti al centro delle meditazioni e delle preghiere per la Via Crucis di questa sera al Colosseo, a Roma, scritte da Papa Francesco.

“Se la Chiesa ti appare oggi come una veste lacerata, insegnaci a ritessere la nostra fraternità, fondata sul tuo dono. Siamo il tuo corpo, la tua tunica indivisibile, la tua Sposa. Lo siamo insieme”, si legge nella meditazione per la X stazione della Via Crucis (Gesù è spogliato delle vesti), con la preghiera “Dona alla tua Chiesa pace e unità”.

“Gesù, che sembri dormire nel mondo in tempesta, portaci tutti nella pace del sabato. Allora la creazione intera ci apparirà molto bella e buona, destinata alla risurrezione. E sarà pace sul tuo popolo e fra tutte le nazioni” è invece una parte della meditazione per la XIV stazione (Gesù è deposto nel sepolcro). La preghiera recita: “Venga la tua pace”, “Per i giusti e per gli ingiusti”, “Per chi è invisibile e senza voce”, “Per chi non ha potere né denaro”, “Per chi attende un germoglio giusto”.

Nella III stazione (Gesù cade per la prima volta), la meditazione del Papa invece è incentrata sulle diseguaglianze economiche: “La via della croce è tracciata a fondo nella terra: i grandi se ne distaccano, vorrebbero toccare il cielo. Invece il cielo è qui, si è abbassato, lo si incontra persino cadendo, rimanendo a terra. Ci raccontano, i costruttori di Babele, che non si può sbagliare e chi cade è perduto. È il cantiere dell`inferno.

L`economia di Dio invece non uccide, non scarta, non schiaccia. È umile, fedele alla terra. La tua via, Gesù, è la via delle Beatitudini. Non distrugge, ma coltiva, ripara, custodisce”. “Venga il tuo Regno” è la preghiera che si rivolge a Dio “per coloro che si sentono falliti. A contestare un`economia che uccide. A ridare forza a chi è caduto. Nelle società competitive e fra chi insegue i primi posti. In chi giace alle frontiere e sente finito il suo viaggio”.