Meloni vola oltre il 28%, Pd e M5s perdono terreno. Il “campo largo” si frantuma su Europa e difesa

Meloni vola oltre il 28%, Pd e M5s perdono terreno. Il “campo largo” si frantuma su Europa e difesa

Giorgia Meloni

Mentre il mondo trema tra bombe e diplomazia spezzata, l’Italia politica sembra aver trovato la sua bussola. E quella bussola punta dritta verso Palazzo Chigi, dove Giorgia Meloni consolida una leadership che i numeri rendono sempre più inattaccabile.

L’ultimo sondaggio Ipsos di Nando Pagnoncelli, pubblicato sul Corriere della Sera e aggiornato al 26 giugno, fotografa un Paese che ha scelto: Fratelli d’Italia vola al 28,2%, guadagnando quasi un punto percentuale e toccando il valore più alto degli ultimi dodici mesi. Non è solo un dato, è una dichiarazione di fiducia che arriva proprio quando la guerra tra Israele e Iran ridisegna gli equilibri mediorientali e Donald Trump domina la scena internazionale americana.

“Il rafforzamento della premier Meloni è inequivocabile”, spiega Pagnoncelli nelle sue analisi.

E i numeri gli danno ragione: l’intero centrodestra di governo macina consensi con una precisione chirurgica. La Lega di Matteo Salvini guadagna un punto secco e si porta all’8,8%, mentre Forza Italia di Antonio Tajani cresce dello 0,6% attestandosi all’8,4%. Il risultato? Un +2,5% complessivo che fa del governo Meloni una macchina da guerra elettorale.

L’implosione del campo largo

Dall’altra parte del ring politico, lo spettacolo è ben diverso. Il Partito Democratico di Elly Schlein perde quasi un punto percentuale, scivolando al 21,4% e bruciando in poche settimane l’effetto positivo delle amministrative. Un crollo che ha il sapore amaro della sconfitta e che trova le sue radici nelle divisioni interne emerse con forza brutale durante la campagna referendaria, bocciata sonoramente dagli elettori.

Ma se il PD soffre, il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte precipita letteralmente: dal 14,3% al 13,3%, registrando la flessione più marcata tra tutte le principali forze politiche. Un paradosso che lascia l’amaro in bocca: nonostante l’esposizione mediatica martellante dell’ex premier, il Movimento non riesce a trasformare visibilità in voti. La ricetta Conte, evidentemente, non funziona più.

Le altre forze progressiste completano il quadro desolante: complessivamente perdono il 2,2%, affondando in un mare di contraddizioni e strategie confuse. Le proteste contro il riarmo europeo hanno fatto esplodere divergenze profonde nel cosiddetto “campo largo”, incapace di trasmettere un messaggio unitario su temi cruciali come la difesa comune e la collocazione internazionale dell’Italia.

I leader alla prova del gradimento

Anche sul fronte del gradimento personale, i segnali sono cristallini come un’alba di montagna. L’indice di Giorgia Meloni sale di tre punti, riportandola ai livelli record dello scorso anno, mentre quello del governo nel suo complesso segue la stessa traiettoria ascendente.

Sul fronte dei leader, piccoli incrementi premiano Antonio Tajani e Matteo Salvini, mentre lievi cali colpiscono Giuseppe Conte, Elly Schlein e Nicola Fratoianni. Un termometro politico che certifica una tendenza ormai consolidata: l’elettorato premia chi governa e punisce chi si oppone senza costruire alternative credibili.

La lezione degli elettori

In un quadro globale sempre più instabile, dove le certezze sembrano dissolversi come neve al sole, l’elettorato italiano sembra aver scelto la continuità rispetto alla conflittualità. Una scelta razionale, forse, di fronte a un mondo che cambia troppo velocemente.

Le opposizioni si trovano di fronte a un bivio cruciale: elaborare una proposta coerente e condivisa oppure assistere impotenti alla marcia trionfale del centrodestra. Perché se i numeri di giugno dovessero confermarsi, è più che probabile che Giorgia Meloni continuerà a raccogliere i frutti di una strategia rassicurante agli occhi di una larga parte del Paese.

La politica italiana, insomma, ha trovato il suo equilibrio. Resta da vedere se sarà definitivo o se le opposizioni riusciranno a trovare la chiave per scardinarlo.