Meno cibo e vestiti, più bollette. Ecco come cambiano i consumi

Meno cibo e vestiti, più bollette. Ecco come cambiano i consumi
17 settembre 2016

Meno cibo e vestiti, piu’ spese obbligate: cosi’ e’ cambiata in vent’anni la spesa degli italiani. Affitto e bollette oggi assorbono quasi un quarto della spesa. Nel 1995 la quota di spesa procapite destinata all’abitazione e alle bollette di gas, elettricita’ ed acqua era al 18,3% mentre nel 2015 e’ schizzata al 23,9%. Nello stesso periodo la quota di spesa per alimentari e bevande e’ scesa dal 16,9% del 1995 al 14,3% del 2015. In calo anche i consumi legati al vestiario e alle calzature con risorse passate dal 7,7% al 6,2%. E’ la fotografia scattata dall’Ufficio Studi di Confcommercio nello studio sui consumi delle famiglie. Dunque meno beni e piu’ servizi, meno consumi commercializzabili e piu’ spese obbligate. I cambiamenti nella struttura della spesa per consumi degli ultimi anni vanno ad ispessire la quota destinata all’abitazione e ai servizi ad essa collegati (gas, luce, acqua) e quella destinata ai consumi fuori casa, soprattutto per ragioni socio-demografiche. Le due aree hanno guadagnato 7,5 punti percentuali nel complesso, a scapito degli alimentari (-2,6 punti percentuali in venti anni), del vestiario e delle calzature (-1,5%), dei mobili e degli elettrodomestici (-1,8).

La terziarizzazione dei consumi, secondo Confcommercio, e’ forse un fenomeno ancora sottovalutato: la quota di spesa per i beni e’ passata in venti anni dal 56,4% al 47,4%, con una perdita di nove punti percentuali. I consumi ormai sono sempre piu’ acquisizione di servizi (soluzioni, piuttosto che oggetti). Al netto della componente di prezzo, alcuni beni hanno conosciuto dinamiche eccezionalmente positive. Sono evidenti tanto il caso dell’elettronica di consumo, assieme all’information technology domestica, quanto quello dei beni e dei servizi per le telecomunicazioni: il consumo pro capite in queste aree nel corso degli ultimi 21 anni, facendo riferimento al 2016 come punto d’arrivo, e’ stato moltiplicato per 4,4 nel primo caso e per 2,8 nel secondo. Nel periodo della grande crisi (2008-2014), infine, a fronte di una riduzione media dei consumi reali pro capite pari all’1,6% i servizi domestici e le altre spese della gestione della casa sono cresciuti dello 0,8% medio annuo.

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Le nostre bollette della luce e del gas sono tra le più alte in Europa, fa sapere l`Ufficio studi della CGIA. Il prezzo dell`energia elettrica per le famiglie italiane, riferito alla classe media dei consumi (dati secondo semestre 2015) si colloca al terzo posto tra i paesi dell`area euro. Dopo la Germania e l`Irlanda, infatti, in Italia il costo dell`energia elettrica sfiora i 243 euro ogni 1.000 chilowatt/ora consumati. Rispetto alla media dei 19 paesi monitorati, le famiglie italiane pagano il 10 per cento in più. Per quanto concerne il gas, anche in questo caso il prezzo praticato alle famiglie italiane, riferito alla classe media dei consumi, è il terzo più elevato tra quelli applicati tra i paesi dell`area euro. Dopo il Portogallo e la Spagna, infatti, in Italia paghiamo 90,5 euro ogni chilowatt/ora consumato. Rispetto alla media dei paesi dell`euro presi in esame in questa comparazione subiamo una maggiorazione di costo pari a 18,6 punti percentuali.

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