Marina militare libera motopesca siciliano sequestrato di fronte ad acque libiche. L’armatore: “Notevoli danni”

Marina militare libera motopesca siciliano sequestrato di fronte ad acque libiche. L’armatore: “Notevoli danni”
17 aprile 2015

Grazie a un intervento della Marina Militare è stato liberato il peschereccio siciliano sequestrato al largo delle acque libiche. Il personale della Marina, impegnato nell’ambito dell’operazione di sorveglianza e sicurezza marittima “Mare Sicuro”, è infatti salito a bordo del motopesca italiano “Airone”, agganciato questa mattina da un rimorchiatore, presumibilmente appartenente a forze di sicurezza libiche, mentre si trovava a circa 90 chilometri a Nord-ovest di Misurata.A bordo dell’Airone 7 persone, 3 italiani e 4 tunisini. I militari hanno preso il controllo del natante. Il peschereccio siciliano era stato attaccato e sequestrato da uomini armati che lo hanno abbordato con un grosso rimorchiatore, in apparenza senza contrassegni militari. A dare l’allarme via radio alla Guardia costiera era stato l’equipaggio di un altro peschereccio siciliano che si trovava nella stessa zona. Il peschereccio è della Maran snc, il comandante è Alberto Figuccia.

Era salpato da Mazara del Vallo (Tp) cinque giorni fa per la pesca del gambero rosso, il peschereccio ‘Airone’. Lo riferisce l’armatore, Vito Mazzarino, che in passato non aveva mai affrontato un sequestro. “Stava andando tutto bene, poi questa tragedia”, dice. L’armatore fa già la conta dei danni. “E’ ovvio che dopo quanto accaduto, il peschereccio rientrerà a Mazara del Vallo – afferma – Il danno economico è notevole, mettere la barca in mare costa circa 50 mila euro e non so quali siano i danni all’ attrezzatura, tra reti e cavi in acciaio, che vale altri 40 mila euro”. “Il comparto è in forte crisi – prosegue – Un tempo a Mazara c’erano 400 barche, ora sono una novantina e non c’è armatore che non sia in difficoltà economiche”. “Spero che dopo quanto accaduto, il governo autorizzi la marina militare a proteggere con le navi i pescherecci italiani che vanno in mare” aggiunge Mazzarino. “Corriamo rischi enormi quando andiamo in acque internazionali e l’instabilità di paesi come la Libia aumenta in modo esponenziali i pericoli”, conclude l’imprenditore.

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Articolo aggiornato alle 14:10

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