Nature, si stringe il cerchio intorno ai ‘Fermioni di Majorana’

5 giugno 2014

E’ il ‘Giano bifronte’ delle particelle elementari. Materia e antimateria al tempo stesso. L’elusivo neutrino di Majorana, se mai esiste, tiene in scacco generazioni di ricercatori dal lontano 1937. Ovvero, da quando l’altrettanto elusivo genio della fisica che lo concepi’, Ettore Majorana, giusto un anno prima di sparire misteriosamente di scena, diede alle stampe il celebre articolo sulla ”Teoria simmetrica dell’elettrone e del positrone”. Articolo nel quale, come ricorda il notiziario online dell’Istituto nazionale di astrofisica, Media Inaf, in un italiano asciutto ed elegante s’ipotizzava l’esistenza di particelle che fossero anche le proprie antiparticelle. Di queste particelle – note come ”fermioni di Majorana”, in opposizione ai ”fermioni di Dirac” – non s’e’ mai trovata traccia. Ma la caccia continua incessante da oltre 70 anni.

E proprio sull’ultimo numero di Nature, annuncia Media Inaf, sono usciti i risultati dei primi due anni dell’esperimento EXO-200. Se ancora non c’e’ segno del fermione di Majorana, quanto meno il cerchio si stringe. Analizzando i dati raccolti grazie ai 110 chili di xenon allo stato liquido – quattro quinti dei quali sono xenon-136, un isotopo ottenuto tramite centrifughe russe – che costituiscono il cuore dell’esperimento, situato in New Mexico a 650 metri di profondita’, i ricercatori sono riusciti ad assegnare con grande precisione una nuova soglia minima al tempo di dimezzamento per il ”doppio decadimento beta senza neutrini”: misurato in anni, e’ almeno 1.1 per 10 elevato alla 25.

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Tanto per farsi un’idea, si tratta di un’attesa pari a circa un milione di miliardi di anni quella che e’ l’eta’ dell’universo. Il ”doppio decadimento beta senza neutrini”, per quanto complicato da descrivere, ha il vantaggio di essere un processo osservabile e gli ultimi risultati dell’esperimento, rispetto a quelli precedenti, che si basavano su circa un quarto dei dati attuali, mostrano qualche evento in piu’. Dove per ”evento’ i fisici intendono qualcosa che ancora non si capisce se e’ dovuto al rumore di fondo o e’ un vero segnale. Insomma, quello che al momento si puo’ dire e’ che l’esperimento EXO-200 pare funzionare a meraviglia, che non ha trovato prove statisticamente significative a favore dei neutrini di Majorana ma nemmeno e’ in grado di escluderne l’esistenza. E questo, conclude Media Inaf, significa che la caccia puo’ continuare. (Asca)

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