New York elegge il sindaco: il dem Mamdani al 47%, Cuomo al 31%. Urne ancora aperte
Oltre 735.000 elettori hanno già votato tra il 25 ottobre e il 2 novembre, quadruplicando il record precedente. Il deputato socialista-democratico guida i sondaggi davanti all’ex governatore indipendente e al repubblicano Sliwa. Obama telefona a Mamdani, i democratici si spaccano tra establishment e progressisti.
Zohran Mamdani e Andrew Cuomo
New York elegge martedì 4 novembre il sindaco per i prossimi quattro anni. Oltre 1.200 seggi aperti dalle 6 alle 21 nei cinque distretti. La partecipazione anticipata ha raggiunto 735.000 elettori tra il 25 ottobre e il 2 novembre, quadruplicando il record della tornata precedente.
Il deputato socialista-democratico Zohran Mamdani guida con il 47%, secondo il sondaggio Fox News del 31 ottobre. L’ex governatore Andrew Cuomo, candidato indipendente, raccoglie il 31%. Il repubblicano Curtis Sliwa si ferma al 15%.
Obama chiama Mamdani, frattura tra democratici
La candidatura di Mamdani ha ricevuto una telefonata personale dall’ex presidente Barack Obama, secondo il New York Times. Il sostegno informale ha innescato tensioni nel Partito Democratico.
Hakeem Jeffries, leader della minoranza alla Camera, ha detto alla CNN che Mamdani “non è il futuro del partito”. La governatrice Kathy Hochul ha risposto che “questo è il partito in questo momento”. La frattura oppone establishment e ala progressista.
Cuomo corteggia i repubblicani, promette dialogo con Trump
Cuomo ha scelto la corsa indipendente dopo la sconfitta alle primarie democratiche. Punta sull’elettorato repubblicano e sui voti dell’attuale sindaco Eric Adams. Intervistato da Fox News, ha minimizzato i conflitti passati con il presidente Donald Trump durante la pandemia.
“A Trump importa di New York, ha amici e contatti qui”, ha dichiarato Cuomo. Ha promesso collaborazione con il governo federale. La mossa lo posiziona come figura bipartisan capace di trattare con Washington.
Sliwa gioca la carta della sicurezza
Curtis Sliwa, fondatore dei Guardian Angels, ha imperniato la campagna su sicurezza urbana e prossimità. Ultimo nei sondaggi, non si arrende. “Se vinco, salvo la città. Se perdo? Resto e combatto da repubblicano”, ha affermato.
Il candidato rappresenta l’ultima possibilità repubblicana in una città dove la destra non vince dal 2013.
Virginia e New Jersey misurano lo stato dei partiti
Martedì 4 novembre si rinnovano anche i governatori di Virginia e New Jersey. Sono le prime grandi consultazioni dopo la vittoria presidenziale di Trump nel 2024. Le elezioni si tengono durante il più lungo shutdown federale nella storia americana.
In Virginia la democratica Abigail Spanberger, ex deputata, mantiene un vantaggio sulla repubblicana Winsome Earle-Sears, vicegovernatrice in carica. Spanberger conduce sia nei sondaggi che nella raccolta fondi. In New Jersey la gara è più stretta: la democratica Mikie Sherrill sfida il repubblicano Jack Ciattarelli, ex legislatore statale ora in testa.
Costo della vita e voto latino decidono il 2026
Le consultazioni testano divisioni e slancio nei due partiti. Tre questioni sono centrali: costo della vita, voto latino sempre più volatile, capacità di mobilitazione verso le elezioni di medio termine del 2026.
I repubblicani devono motivare la base trumpiana senza Trump candidato. I democratici cercano nuovi leader dopo la sconfitta presidenziale del 2024. Il responso del 4 novembre mostrerà quale partito ha trovato la strategia per riconquistare gli elettori e ridurre l’astensionismo.
