Nunzio Apostolico, Russia terra di valori più solidi che altrove. Il Vaticano guarda a Est

Nunzio Apostolico, Russia terra di valori più solidi che altrove. Il Vaticano guarda a Est
1 febbraio 2017

“So che a te piace di più il barolo o il whiskey americano, ma io ti mando alla vodka: ne dovrai bere tanta ma con moderazione”. Così Papa Francesco avrebbe detto a Celestino Migliore quando lo ha fatto Nunzio Apostolico in Russia e Uzbekistan, solo qualche mese fa. L’arcivescovo italiano a Mosca lo ha raccontato ieri in un incontro con la comunità italiana organizzato da Gim Unimpresa. “Gli ho promesso di sviluppare il concetto” ha aggiunto Migliore, scherzando, per poi aggiungere più serio: “in questo contesto mondiale, è fuor di dubbio che possiamo pensare quello che vogliamo dei russi, e giudicarli come vogliamo” ha dichiarato il diplomatico. “È però vero che c’è una tendenza qui in Russia, a dire: anche noi abbiamo i nostri valori e non dobbiamo accodarci solo ai valori dell’Occidente che ci vengono imposti e ci vengono messi come condizioni. Su questi valori è indubbio che il Papa si trova su un terreno molto più solido, rispetto alle sabbie mobili di altre parti del mondo, dove pur con una bella formulazione, qualsiasi cosa è diritto, qualsiasi cosa, purchè ci sia chi ha la voce più forte, purché ci sia chi può pagarlo meglio”. E in questo modo persino i diritti dell’uomo al cospetto poi della realtà, sembrano trasformarsi in una “melassa”.

GRANDE DIPLOMATICO Migliore è un diplomatico di lunga carriera (iniziata nel 1980), con una biografia molto interessante. A ottobre 2002 è stato nominato osservatore permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite. A giugno 2010 è diventato nunzio apostolico in Polonia. Mentre il 28 maggio 2016 è venuta la volta di Mosca. Ha quindi meglio di altri una cartina chiara di come si siano sviluppati i rapporti tra Ovest e Russia, avendo compiuta la tappa fondamentale di Varsavia e avendo servito in questi importanti ruoli sotto tre papi: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e l’attuale vescovo di Roma. Un’esperienza unica e preziosa, in un periodo di passi storici tra il Patriarcato russo e il Vaticano. Come quello in particolare, compiuto a Cuba da Bergoglio con il Patriarca di tutte le Russie Kirill che “ha aperto una nuova pagina nella vita cristiana”, come dichiarato in un’intervista ad Askanews, da Alexander Avdeev, attuale ambasciatore russo presso la Santa Sede. Lo stesso Migliore, incalzato durante l’incontro da Askanews su quando arriverà il giorno del tanto atteso viaggio del Papa a Mosca, ha replicato: “ci vuole tempo”.

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LA SVOLTA È comunque chiaro che in un mondo sempre più fragile, il salto di qualità che hanno compiuto le relazioni tra Vaticano e Kirill o Vaticano e Mosca è indubbio, nonostante tutte le difficoltà ancora esistenti. “Ricordo tre anni fa – ha detto Migliore nel suo intervento – il Patriarca Kirill è andato a Varsavia per firmare una dichiarazione congiunta: è stata una cosa incredibile”. La difficoltà incontrata dal primate della chiesa russa non fu in quel caso soltanto sul piano ideologico religioso, ma anche di protocollo. “Poi alla fine aveva un testo preparato per il suo intervento, ma lo ha messo da parte e ha fatto un discorso bellissimo. Ha detto: sono qui perché tra le chiese cattoliche in Europa, noi vediamo che la chiesa qui in Polonia mantiene saldi alcuni punti di riferimento che sono comuni con noi”. Migliore ha finito queste parole di Kirill “sane, solide e sensate”. All’incontro, tenuto presso la sede di un associato di Gim Unimpresa, General Invest, sono intervenuti Vittorio Torrembini, vicepresidente del Gim e Michele Tommasi, ministro d’Ambasciata a Mosca, oltre a numerosi esponenti della comunità italiana nella capitale russa che hanno riservato a Migliore un’accoglienza molto calorosa. Quest’ultimo ha anche affrontato i temi più complessi nei rapporti con il Patriarcato di Mosca, dalle accuse di proselitismo alla Chiesa cattolica in Russia, alla questione degli Uniati in Ucraina. Ma come ha chiosato l’arcivescovo: “il trend è un altro, come anche l’impostazione di Papa Francesco”. (foto, il metropolita Hilarion e l’arcivescovo Celestino Migliore)

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