Elezioni presidenti delle Camere, il 23 i primi voti. Novità al Senato

Elezioni presidenti delle Camere, il 23 i primi voti. Novità al Senato
Il tabellone elettronico della Camera dei deputati
10 marzo 2018

Debutta il 23 marzo il nuovo Parlamento con una seduta dedicata all’elezione dei due presidenti delle Camere (che deve avvenire entro 20 giorni dalle elezioni). E con una novità di metodo legata al nuovo regolamento del Senato che, approvato alla fine della passata legislatura, entra in vigore il primo giorno di attività della diciottesima legislatura. Novità ‘tecnica’ che, però, nella complicata situazione politica e davanti alla necessità di trovare tra partiti diversi i numeri che reggano in aula l’accordo su un nome, potrebbe avere un peso anche ‘politico’. A differenza che in passato, le astensioni nell’aula di Palazzo Madama non conteranno più come voto contrario. Per l’elezione del presidente della Camera il regolamento di Montecitorio prevede che avvenga a scrutinio segreto con una maggioranza dei due terzi dei componenti nella prima votazione e con una maggioranza assoluta dei voti dopo il terzo scrutinio. A guidare i lavori sarà il deputato più anziano per elezione tra i vicepresidenti della legislatura precedente. Toccherà dunque a Roberto Giachetti che è stato rieletto in Toscana. Nel caso nessuno dei vicepresidenti della XVII legislatura (Giachetti, Sereni, Di Maio e Baldelli) fosse stato presente si sarebbe risaliti ai vicepresidenti della legislatura precedente, in loro mancanza l’ultima spiaggia sarebbe stato il decano per età. Tempi più brevi al Senato dove per l’elezione del presidente, a scrutinio segreto, serve la maggioranza assoluta nei primi due scrutini e la maggioranza assoluta dei voti dei senatori presenti nel terzo scrutinio.

Leggi anche:
Europee, Calenda: difficile fare lista con Cuffaro Mastella e Cesaro

Ma se non si arriva all’elezione di un presidente al quarto scrutinio – e nello stesso giorno – scatta il ballottaggio fra i due candidati che abbiano ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti. A parità di voti è eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età. Quindi al Senato si dovrebbe sbrigare tutto nel giro di un paio di giorni, già sabato pomeriggio ci dovrebbe essere il nome del presidente del Senato che, nei casi previsti dalla Costituzione, svolge anche il ruolo di supplente del Capo dello Stato. Ci sarà anche un altro debutto a Palazzo Madama, il nuovo regolamento che presenta un nuovo articolo 107: sono considerati presenti i senatori che esprimono voto favorevole o contrario, gli astenuti per la prima volta vengono considerati come non presenti. Ma, attenzione, sono presenti e vanno contati in caso di verifica del numero legale. La prima seduta dell’assemblea del Senato è presieduta dal più anziano di età che è il senatore a vita e presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, 92 anni. In caso di sua indisponibilità il ruolo di presidente provvisorio dell’assemblea passerà alla neo senatrice a vita Liliana Segre, 87 anni, o al fisico Carlo Rubbia, 83 anni. Tra i senatori eletti i più anziani sono tre esponenti di Forza Italia Alfredo Messina, Giancarlo Serafini e Giacomo Caliendo dopo i quali ci sono il Dem Luigi Zanda e anche il ‘senatur’ Umberto Bossi tornato dopo molti anni a Palazzo Madama. 

Leggi anche:
La questione delle classi scolastiche italiane: integrazione o separazione?

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti