M5s da scatoletta a Lampadinagialla

10 marzo 2018

Sono 339, alla fine, i parlamentari M5s neo eletti (227 deputati e 112 al Senato) che si sono ritrovati al Parco dei Principi per la prima assemblea con Luigi Di Maio. Il capo politico pentastellato ostenta sicurezza: per fare il governo dovranno passare da noi, abbiamo stravinto e siamo destinati a crescere, se fanno un governo Pd-Lega e Fi mangeremo i pop corn e il nostro consenso salirà. Sono solo alcune dei concetti con i quali il candidato premier M5S ha dato la carica ai neoeletti riuniti all’Hotel parco dei principi a Roma. Una location molto meno economica della prima volta, albergo a cinque stelle con vista su Villa Borghese dove un semplice caffè costa tre euro. L’incontro è convocato alle 13 e si è concluso dopo le 17 ma il candidato premier si è trattenuto poco più di un’ora. Arrivato in taxi con Davide Casaleggio alle 13.40 Di Maio ha lasciato l’albergo dopo circa un’ora senza parlare con la stampa.
E’ toccato ai capigruppo appena nominati Giulia Grillo (Camera) e Danilo Toninelli (Senato), intrattenere i 227 deputati e 112 senatori riuniti in due sale diverse, e spiegare loro i primi adempimenti per entrare in Parlamento. Altra novità introdotta dal nuovo Statuto: i capigruppo non saranno più a rotazione ogni sei mesi ma dureranno in carica un anno e mezzo e vengono scelti dal capo politico, ossia Di Maio. Nuove regole anche sul sistema delle rendicontazioni: la raccolta degli scontrini va in soffitta e da ora in poi i 5 stelle dovranno restituire una quota fissa, a forfait. Ma i dettagli ancora non sono stati resi noti dai due neo capigruppo. L’assemblea e’ durata poco piu’ di tre ore e Di Maio e’ rimasto solo per un’ora: il tempo di motivare il gruppo e di convincerlo che con il 32% ottenuto alle elezioni “dovranno passare per forza da noi” per fare un governo.

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Ripetendo la linea del ‘no’ a inciuci, se, ha ipotizzato, nascesse un governo Pd-FI-Lega allora “prendete i popcorn perche’ a quel punto il nostro consenso salira’ ancora”. Poi è stata la volta del capo della comunicazione, Rocco Casalino, (che insieme a tutta la squadra del Senato si sposterà alla Camera dove ci sarà Di Maio e il gruppo più numeroso) che ha illustrato le strategie comunicative del Movimento e infine Davide Casaleggio ha spiegato il funzionamento della piattaforma Rousseau sia come strumento di lavoro che di comunicazione con i cittadini. L’incontro è blindato più che mai, addetti alla sicurezza in ogni angolo e nei pressi della sala riunioni dove per entrare è richiesto un documento e il numero di cellulare, ad ognuno viene consegnato un contrassegno per essere riconoscibile. Consegna del silenzio e giornalisti allontanati e tenuti a debita distanza. Tanto che effettivamente nessuno dei nuovi si concede ai cronisti. C’è evidentemente il timore di replicare gli errori commessi all’esordio e già nei giorni scorsi era stato spiegato dallo staff della comunicazione che bisognava state attenti a qualunque uscita mediatica anche sui social. Ma alla fine la comunicazione pentastellata avviene quasi esclusivamente via social network, dall’inizio alla fine dell’incontro: è un post sul blog delle stelle a coniare il nuovo slogan per la XVIII legislatura, dopo la scatoletta di tonno i pentastellati annunciano che “saremo la lampadina gialla che illumina il Parlamento”. Mentre le prime parole di Di Maio agli eletti compaiono sul suo profilo Instagram corredate da foto. Quanto ai contenuti gli unici autorizzati a parlare davanti alle telecamere saranno all’uscita Alfonso Bonafede e Danilo Toninelli.

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“C’è la determinazione a giocare un ruolo da protagonisti in questa legislatura. Questo è stato il mood dell’incontro di oggi”, ha sintetizzato il giornalista Emilio Carelli neoeletto cinque stelle. I due messaggi da recapitare all’esterno oggi sono: “confermiamo di essere il pilastro della nuova legislatura”, (parole di Bonafede) e quindi rivendichiamo un ruolo e la premiership per Di Maio perchè siamo il primo partito. In secondo luogo ci faremo sentire già al momento della scrittura del Def, atteso per i primi di aprile, quando con ogni probabilità non ci sarà ancora un governo e saremo nel pieno delle consultazioni al Quirinale. I 5 stelle fanno così sapere a Gentiloni, il cui governo in carica per l’ordinaria amministrazione avrà il compito di redigere il Def, che così come è stato fatto per il rinnovo dei vertici dei Servizi qualche giorno fa si aspettano di essere coinvolti nelle scelte. “Il 10 aprile imporremo come temi economici l’abbattimento delle tasse per abbassare il tasso di povertà”, annuncia Toninelli. “Il Documento di economia e finanza che definisce le scelte di politica economica dei prossimi anni – ha ricordato Di Maio in un’intervista al Corriere della sera – dovrà essere approvato a maggioranza assoluta del Parlamento, quindi il Movimento sarà determinante. Sarà l’occasione per trovare le convergenze”. Il leit motiv resta quello della campagna elettorale: “Noi siamo il primo partito e sono gli altri che devono dirci su cosa sono disposti a convergere”. L’altra novità di oggi è che stata riaccolta nel Movimento Giulia Sarti, la parlamentare M5s che si era autosospesa per la vicenda rimborsopoli denunciando l’ex compagno-collaboratore parlamentare per la mancata restituzione di oltre 23mila euro della sua diaria. “Avevamo detto che avremmo vinto le elezioni politiche ma non solo le abbiamo vinte, abbiamo stravinto, è stato un trionfo, siamo a oltre 12 punti dalla seconda forza politica, quella che per anni ci ha guardato dall’alto verso il basso”, questo il discorso di Di Maio diffuso, a riunione conclusa, in un video pubblicato su twitter.

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