Orsetti, l’italiano ucciso dall’Isis: “Lotto per una battaglia di civiltà”

18 marzo 2019

Sarebbe stato ucciso in un’imboscata Lorenzo Orsetti, il 32enne italiano che stava combattendo in Siria al fianco del Siryan democratic Force, l’alleanza delle milizie arabo e curde contro l’Isis. La notizia della morte e’ stata confermata da fonti di sicurezza italiane. Secondo quanto si apprende, Orsetti si trovava a Baghuz, dove e’ in corso la battaglia contro le ultime sacche di resistenza dell’Isis: assieme al suo battaglione sarebbe caduto in un’imboscata e sarebbe rimasto ucciso nello scontro a fuoco. Il giovane toscano sarebbe caduto durante la battaglia che da circa due mesi lo vedeva contrapposto al fianco dei curdi agli estremisti dell’Isis arroccati nell’ultima loro roccaforte siriana. I jihadisti dell’Isis hanno diffuso sul web le immagini del nostro connazionale, del suo documento sanitario e della sua carta di credito, accompagnandole con la scritta: “il crociato italiano ucciso negli scontri nella città di Baghuz”.  L’immagine, pubblicata sui social network da Aamaq, piattaforma di notizie legata all’Isis, mostra il viso e parte del busto della vittima, a terra. Accanto al volto appaiono le punte di due scarponi militari, probabilmente indossati dai miliziani dell’Isis autori dell’immagine.

IL PADRE 

“Quando decise di andare a combattere per i curdi, mio figlio ci disse che voleva fare qualcosa per loro, non voleva rimanere senza fare nulla, voleva aiutarli nella loro causa”. Lo ha ricordato dalla sua casa di Firenze Alessandro Orsetti, padre di Lorenzo, il 33enne fiorentino andato a combattere in Siria contro l’Isis e che risulterebbe deceduto negli scontri. “Era un anno e mezzo ormai che mancava da Firenze – ricorda ancora il padre – Gli dicevamo ‘vieni via, torna, perche’ la tua parte l’hai gia’ fatta ed e’ molto importante’. Gli chiedevamo quando sarebbe tornato a casa ma lui rispondeva che la situazione era molto delicata per i curdi e voleva aiutarli ancora nella loro causa”.

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LA MAMMA

“Mi dica cosa e’ successo… stavo sonnecchiando quando ho sentito il nome di Lorenzo e ho intravisto la sua fotografia al Tg3 della Toscana… Cos’e’ successo? E’ da ieri che Lorenzo non risponde al telefono”. Al telefono piange la signora Annalisa, mamma di Lorenzo Orsetti, il militante che sarebbe stato ucciso dall’Isis. Ancora non ha avuto notizie ufficiali e le chiede al primo giornalista che la chiama. “E’ un anno e mezzo che e’ partito, voleva aiutare un popolo oppresso – aggiunge – ma io non dormo piu'”. “E’ un bravo ragazzo, ha solo 33 anni, e’ nato il 13 febbraio 1986. Ha sempre voluto aiutare gli altri. Noi eravamo contrari alla sua partenza, io non riesco piu’ a dormire la notte, ma lui voleva aiutare questo popolo oppresso”, conclude la signora Annalisa chiedendo ancora notizie del figlio. Secondo quanto appreso, la presenza di Orsetti in Siria sarebbe documentata almeno dal periodo aprile-maggio 2018. Fino all’ agosto del 2017 risulta dipendente di un’enoteca nella zona di Settignano, sulle colline di Firenze.

L’INTERVISTA

“‘Chiamatemi Tekoer'”: La citta’ siriana di Afrin e’ accerchiata, dal cielo piovono le bombe dell’esercito turco, da terra le milizie jihadiste stringono l’assedio. Dopo cinquanta giorni di combattimenti, Afrin, la roccaforte della resistenza dei curdi e delle forze democratiche siriane e’ allo stremo”: inizia cosi’ l’intervista realizzata a marzo dello scorso anno dal Corriere Fiorentino a Lorenzo Orsetti, fiorentino di 33 anni, nome di battaglia Tekoser (lottatore), che combatteva a fianco dei curdi a Baghuz, ultima roccaforte jihadista nell’est della Siria, la cui uccisione e’ stata rivendicata dall’Isis. Il combattente racconta Afrin e la sua storia: “Ho lavorato per 13 anni nell’alta ristorazione: ho fatto il cameriere, il sommelier, il cuoco. Mi sono avvicinato alla causa curda perche’ mi convincevano gli ideali che la ispirano, vogliono costruire una societa’ piu’ giusta piu’ equa. L’emancipazione della donna, la cooperazione sociale, l’ecologia sociale e, naturalmente, la democrazia. Per questi ideali sarei stato pronto a combattere anche altrove, in altri contesti. Poi e’ scoppiato il caos a Afrin e ho deciso di venire qui per aiutare la popolazione civile a difendersi”. Nell’intervista Orsetti spiegava inoltre “Io non ho nessuna remora morale, sto facendo la cosa giusta, sono a posto con la mia coscienza”. Orsetti e’ il secondo italiano ucciso dai miliziani dell’Isis dopo Giovanni Francesco Asperti, il 50enne originario di Bergamo morto nel governatorato di Al Hasakah, in Siria, il 7 dicembre scorso e noto con il nome di battaglia di “Hiwa Bosco”.

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IL TESTAMENTO

Le forze curdo-siriane con cui combatteva in Siria Lorenzo Orsetti, ucciso dall’Isis, hanno diffuso poco fa la lettera-testamento dell’italiano. La lettera – una consuetudine per tutti i miliziani – si apre con la frase: “Ciao, se state leggendo questo messaggio significa che non sono piu’ in questo mondo”. “Nonostante questa prematura dipartita, la mia vita – scriveva Orsetti – resta comunque un successo e sono quasi certo che me ne sono andato con il sorriso sulle labbra. Non avrei potuto chiedere di meglio”.

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