Padoan, servono banche più solide ma con meno dipendenti

Padoan, servono banche più solide ma con meno dipendenti
1 maggio 2016

“Lo scopo delle nostre riforme è: meno banche ma più solide e capaci di erogare credito a famiglie e imprese. Però non nascondiamoci dietro un dito: c’è eccesso di occupazione che andrà gestito in tempi e modalità dovute. Con meccanismi che facilitano l’uscita dal lavoro dei bancari vicini alla pensione”. Così il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan in una intervista a un quotidiano in cui definisce una “soluzione equa” il decreto per risarcire gli obbligazionisti delle 4 banche, difende il fondo Atlante e l’azione della Bce. Sui risarcimenti, “le misure consentono ad un consistente numero di risparmiatori e di obbligazionisti di ottenere un rimborso automatico fino all’80%”. Percentuale, spiega Padoan, che “tiene conto del fatto che costoro hanno beneficiato di rendimenti e interessi che coprono il restante ammontare; abbiamo fissato questa soglia per evitare che qualcuno alla fine incassasse rimborsi superiori all’esborso iniziale. Chi non ha i requisiti o non vuole utilizzarli ha comunque la via d’uscita di rivolgersi all’arbitrato”. In merito ai tempi più rapidi per il recupero crediti, “aumenta il valore delle sofferenze, cosa che innesca un mercato delle stesse sofferenze che prima non esisteva o era molto ridotto. È una autentica scossa, molto positiva”, dice Padoan.

“Oggi le banche con crediti in sofferenza non se ne liberano e di conseguenza non concedono nuovi prestiti; le imprese quindi vivacchiano senza crediti, e alla fine l’economia si ferma”. Il fondo Atlante “permette operazioni di ricapitalizzazione, come è avvenuto per la popolare di Vicenza, senza l’angoscia dei mercati in fibrillazione”, osserva il ministro. “In secondo luogo aggiunge un’arma all’avvio del mercato delle sofferenze, perché una parte delle risorse sarà destinata alla cartolarizzazione, con benefici anche per il patrimonio immobiliare delle banche”. Riguardo alle critiche del presidente della Bundesbank Jens Weidmann, “la crescita è la via maestra per ridurre il debito”, evidenzia Padoan. Inoltre “sulla Bce è smentito dai fatti. Non mi convince la relazione che fa tra politica monetaria e ritardo sulle riforme, tant’è vero che anche se beneficiamo dei tassi bassi siamo quelli che fanno più riforme”. Parlando della voluntary disclosure, “stiamo valutando l’ipotesi di un nuovo rientro dei capitali, ma sia chiaro che non sarà un condono perché tutti pagano le tasse evase”, afferma Padoan. Su Cdp, “oggi i soldi pubblici sono uno strumento per rilanciare la crescita”, rileva il ministro, che smentisce un ritorno dell’Iri: “vogliamo progetti profittevoli, coinvolgendo i privati per farli investire di più”.

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