Papa Bergoglio riunisce il mondo a Roma. Trump ha poco tempo: vertici improbabili alle esequie

piazza sanpietro (1)

Il mondo guarda a Roma. È qui che oggi e domani, sabato 26 aprile, si concentrerà l’attenzione globale per le esequie di Papa Francesco, un evento che vedrà la partecipazione di leader politici, religiosi e reali da ogni angolo del pianeta. Sono più di 170 le delegazioni attese sul sagrato della Basilica di San Pietro: in prima fila ovviamente capi di Stato e di governo, sovrani e leader spirituali.

Amici e cosiddetti “nemici”, come il presidente dell’Argentina Javier Milei, che in passato non ha risparmiato critiche, insulti compresi, verso Francesco. Ma gli occhi restano puntati su Donald Trump che parte oggi da Washington per volare a Roma e recarsi in Vaticano assieme alla first lady Melania e lì si ritroverà assieme al suo precedessore Joe Biden, presidente cattolico e in totale opposizione alla linea di Trump sull’Ucraina.

Tutti gli occhi sono puntati sul leader americano, tuttavia a Roma convergeranno delegazioni dal mondo intero, con decine di leader mondiali e rappresentanti delle monarchie attesi in Piazza San Pietro per i funerali di Papa Francesco, scomparso lunedì scorso all`età di 88 anni. Ma con un volo di ritorno già fissato subito dopo il funerale di sabato, il tempo a disposizione del tycoon newyorkese è ridotto all’osso. E con esso, le possibilità di incontri diplomatici sostanziali.

I leader presenti

Come è noto, ci sarà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accompagnato dalla moglie Olena Zelenska, ma dopo il no alle pressioni americane per accettare un piano considerato da Kiev piuttosto una dichiarazione di resa, tra Trump e Zelensky non tira buona aria. Anche se entrambi saranno presenti nella Capitale, difficilmente vedremo un faccia a faccia costruttivo. La cornice solenne delle esequie papali non sembra adatta a discussioni geopolitiche così delicate.

E ci sarà soprattutto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che la premier Giorgia Meloni vorrebbe vedere formalmente a colloquio con il presidente americano: anche qui, però, difficile che si intavoli qualcosa che assomigli a un vero vertice. Ci saranno inoltre il presidente francese Emmanuel Macron e i reali di Spagna Felipe VI e Letizia. Per la Germania sia il presidente Frank-Walter Steinmeier che il cancelliere uscente Olaf Scholz e per la Gran Bretagna il principe William e il primo ministro Keir Starmer.

Poi i capi di stato di Portogallo, Svizzera, i leader di diversi paesi balcanici, il presidente polacco Andrzej Duda. Ci sarà anche il presidente brasiliano Luis Inacio Lula da Silva. Il funerale di Papa Francesco non sarà solo un momento di cordoglio religioso, ma anche un’occasione ecumenica e interreligiosa unica. Ahmad al Tayyeb, grande Imam di Al Azhar, rappresenterà il mondo musulmano, mentre il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni guiderà la delegazione ebraica. Dal patriarcato ortodosso russo arriverà il metropolita Antonij, accompagnato da una delegazione che potrebbe prolungare la sua permanenza nei giorni successivi.

I leader assenti

Significativa l’assenza di Vladimir Putin, che ha preferito inviare la ministra della cultura Olga Ljubimova. Una mossa che sottolinea una vicinanza culturale più che politica. Altrettanto eloquente è l’assenza del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, finito sotto i riflettori per non aver espresso pubblicamente le condoglianze alla Santa Sede. Un caso particolare riguarda Taiwan, che ha rinunciato a inviare il proprio presidente per evitare tensioni con Pechino.

Al suo posto, un ex vicepresidente amico di Bergoglio porterà il cordoglio dell’isola. Resta ancora incerto se la Cina popolare invierà una delegazione ufficiale. In sintesi, il funerale di Papa Francesco si preannuncia come un crocevia di diplomazia globale. Ma con Trump impegnato in una corsa contro il tempo, le possibilità di incontri significativi sembrano ridotte al lumicino.

Ciò non toglie che ogni parola, ogni gesto, ogni sguardo sarà analizzato con cura dai media e dagli osservatori internazionali. In un mondo sempre più frammentato, persino una breve apparizione a Roma può avere implicazioni geopolitiche profonde. Resta da vedere se qualcuno riuscirà a trasformare questa occasione in un reale passo avanti sui fronti caldi del pianeta.