Papa a giovani: felicità non è un divano, non siate imbambolati

Papa a giovani: felicità non è un divano, non siate imbambolati
31 luglio 2016

di Enzo Marino

papaOltre un milione e seicentomila ragazzi hanno raggiunto (quasi tutti a piedi) il Campus Misericordiae, a 12 chilometri da Cracovia, per la veglia di preghiera conclusiva della Giornata mondiale della gioventù (Gmg) di Cracovia. Non bisogna scambiare la felicità per un divano, “un divano contro ogni tipo di dolore e timore. Un divano che ci faccia stare chiusi in casa senza affaticarci né preoccuparci”, e “a poco a poco, senza rendercene conto, ci troviamo addormentati, ci troviamo imbambolati e intontiti”. E’ l’immagine scelta dal Papa proprio nel discorso alla veglia di preghiera della Giornata mondiale della gioventù di Cracovia. “Sentire che in questo mondo, nelle nostre città, nelle nostre comunità, non c`è più spazio per crescere, per sognare, per creare, per guardare orizzonti, in definitiva per vivere, è uno dei mali peggiori che ci possono capitare nella vita”, ha detto il Papa. “La paralisi ci fa perdere il gusto di godere dell`incontro, dell’amicizia, il gusto di sognare insieme, di camminare con gli altri. Ma nella vita c`è un`altra paralisi ancora più pericolosa e spesso difficile da identificare, e che ci costa molto riconoscere. Mi piace chiamarla la paralisi che nasce quando si confonde la felicità con un divano / kanapa! Sì, credere che per essere felici abbiamo bisogno di un buon divano”.

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“Un divano che ci aiuti a stare comodi, tranquilli, ben sicuri – ha detto ancora Bergoglio -. Un divano, come quelli che ci sono adesso, moderni, con massaggi per dormire inclusi, che ci garantiscano ore di tranquillità per trasferirci nel mondo dei videogiochi e passare ore di fronte al computer. Un divano contro ogni tipo di dolore e timore. Un divano che ci faccia stare chiusi in casa senza affaticarci né preoccuparci. La ‘divano-felicità’ / ‘kanapa-szczescie’ è probabilmente la paralisi silenziosa che ci può rovinare di più; perché a poco a poco, senza rendercene conto, ci troviamo addormentati, ci troviamo imbambolati e intontiti. L’altroieri parlavo dei giovani che vanno in pensione a venti anni, oggi parlo dei giovani addormentati, imbambolati, intontiti, mentre altri – forse i più vivi, ma non i più buoni – decidono il futuro per noi. Sicuramente, per molti è più facile e vantaggioso avere dei giovani imbambolati e intontiti che confondono la felicità con un divano; per molti questo risulta più conveniente che avere giovani svegli, desiderosi di rispondere al sogno di Dio e a tutte le aspirazioni del cuore”.

“Cari giovani, non siamo venuti al mondo per ‘vegetare’, per passarcela comodamente, per fare della vita un divano che ci addormenti; al contrario, siamo venuti per un`altra cosa, per lasciare un`impronta”, ha proseguito il Papa. “Niente giustifica la guerra, sparge il sangue del fratello”. “Se guardo la vita oltre lo schermo di un computer”, il dolore dei tanti Rand che vivono sotto le bombe ad Aleppo diventa il mio dolore”. “Preghiamo per la Siria, e contro ogni guerra”. E i centinaia di migliaia nel Campus Misericordiae della veglia della Gmg hanno pregato in silenzio. Poi si sono tenuti per mano. Centinaia di migliaia di mani uniti in “un grande ponte fraterno”, un “ponte primordiale”. E questo ponte fraterno “possano imparare a farlo anche i grandi di questo mondo, non per fotografia, ma per costruire ponti sempre più grandi”, chiede il Papa. Oggi, infine, è l’ultimo giorno di padre Federico Lombardi in qualità di portavoce Vaticano. Aveva assunto questo ruolo dieci anni fa. E oggi Papa Francesco torna a Roma dalla Polonia. Il primo agosto lo statunitense Greg Burke, attualmente vice di Lombardi, assume il ruolo di direttore della sala stampa vaticana.

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