Parroci di Cefalù denunciano minacce da comitati feste religiose

7 settembre 2015

Sette parroci di Cefalù denunciano: alcuni comitati spontanei di feste religiose hanno cercato di organizzare processioni con “imposizioni, intimidazioni e minacce”. I sette sacerdoti lo scrivono in un documento nel quale spiegano le ragioni per le quali nei giorni scorsi è stata celebrata la messa per Maria SS. Addolorata al molo ma è stata negata la processione del fercolo. La decisione è stata presa in aperta contrapposizione con il comitato per i festeggiamenti che aveva preparato un proprio programma e tracciato il percorso della processione. Lo aveva fatto anche l’anno scorso quando, per la prima volta, la processione era stata annullata dal parroco.

Stavolta lo scontro avrebbe assunto toni più aspri e aperto un caso che allarma la chiesa cefaludese: uno dei parroci che aveva contestato la legittimità del programma imposto dal comitato sarebbe stato avvicinato e minacciato. I sette sacerdoti ricordano che i comitati devono essere presieduti dal parroco “per assicurare in modo adeguato l’evangelizzazione, la catechesi, la preghiera, la celebrazione liturgica, cercando, se è il caso, di purificare la festa religiosa da forme che non rispettano i contenuti fondamentali ed essenziali della vita cristiana ed ecclesiale”. Tutto questo è previsto, concludono i parroci, dai canoni ecclesiastici e per questo “non si accettano da parte di nessuno imposizioni, intimidazioni e minacce nell’esercizio del ministero pastorale”.

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