Il pene umano ha perso l’osso, lo svelano studiosi londinesi

Il pene umano ha perso l’osso, lo svelano studiosi londinesi
14 dicembre 2016

Se non ci fosse stata la monogamia, forse, non ci sarebbe stato neanche il Viagra. Questo perché, secondo uno studio pubblicato oggi dai Proceedings of the Royal Society di Londra, nell’evoluzione umana il passaggio alla monogamia potrebbe aver portato alla scomparsa del baculum, ovvero dell’osso del pene presente in molti altri primati e mammiferi.

Lo studio, realizzato da Kit Opie e Matilda Brindle dell’University College di Londra, l’osso penico era presente nei primati di 50 milioni di anni fa. A seconda del tipo di primato, forma e lunghezza erano differenza. Secondo la ricerca, il baculum è più lungo in relazione al fatto alle abitudini sessuali del primato. Sostanzialmente, secondo quanto scrive il Gurdian, il baculum dà un importante supporto strutturale per la riproduzione in primati che praticano un’intromissione prolungata, superiore ai tre minuti. Si tratta di una strategia necessaria per ingravidare la femmina mentre si tengono lontani i rivali. Negli scimpanzè l’osso penico ha la lunghezza di un’unghia del dito. Si tratta di un animale che non penetra la femmina per più di sette secondi. Gli esseri umani – secondo lo studio – avrebbero perso il baculum qualcosa come 1,9 milioni di anni fa, quando l’Homo erectus, progenitore dell’Homo sapiens, ha adottato come strategia riproduttiva principale la monogamia. La sostanziale mancanza di rivali per la femmina permette di non applicarsi in penetrazione.

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