Primarie verso una svolta, se Fillon si ritira Juppé “non si defilerà”. L’ex premier in bilico

Primarie verso una svolta, se Fillon si ritira Juppé “non si defilerà”. L’ex premier in bilico
5 marzo 2017

Se il candidato della destra Fillon, travolto dagli scandali, “si ritira” il suo rivale alle primarie Alain Juppé “non si defilerà”. Lo dice una fonte dell’entorage di Juppé lasciando capire che Juppé potrebbe tornare in lizza per l’Eliseo. L’annuncio potrebbe segnare una svolta nella campagna per la presidenza della Repubblica francese. Sinora Juppé aveva sempre escluso di poter rientrare nei giochi. La fonte ha detto: “Juppé non rifiuterà se ci saranno le condizioni… E cioè se Francois Fillon prenderà la decisione di rinunciare e se il campo della destra e di centro gli daranno sostegno unitario”. Ieri, d’altronde dalla campagna elettorale di Fillon erano venuti segnali significativi. Non un esodo massiccio, forse, ma nuove pesanti defezioni in particolare proprio nel campo dei sostenitori del suo ex rivale alle primarie della destra francese Alain Juppe. E ciò mentre ieri la polizia perquisiva la casa parigina dell’ex premier che sarà interrogato dai magistrati il 15 marzo nell’ambito di un’inchiesta sull’uso improprio di fondi pubblici. Fillon è accusato di aver pagato uno stipendio alla moglie Penelope per un incarico fittizio da assistente parlamentare.

Ieri hanno infatti ha voltato le spalle a Fillon Gilles Boyer, tesoriere della campagna mentre tre parlamentari vicini a Juppe, sindaco di Bordeaux, Benoist Apparu, Edouard Philippe e Christophe Béchu, hanno annunciato insieme il ritiro da una campagna che “ha preso una piega incompatibile” con il loro “modo di intendere l’impegno politico”. Li hanno poi imitati il senatore Jean-Baptiste Lemoyne e il consigliere al comune di Parigi Pierre-Yves Bournazel. E nel quartier generale della campagna di Fillon vari sostenitori di Juppe hanno fatto gli scatoloni e se ne sono andati. Ieri, quando è emersa la notizia della prossima incriminazione del candidato, se n’è andato un pezzo grosso della campagna, Bruno Le Maire. Secondo il quotidiano Liberation, di sinistra,in 63 a ieri sera gli hanno voltato le spalle. Un ex premier di destra, Dominique de Villepin, ha detto che Fillon sta trascinando il suo partito, Les Republicains “nell’abisso”. L’Obs, quotidiano di sinistra, sotto il titolo “il suicidio di Fillon” scrive che non è chiaro perchè il suo partito continui a sostenere “la pietra al collo Fillon”. Il parlamentare ed ex magistrato Georges Fenech è tra coloro che chiedono di puntare su Juppe, “il solo oggi, con la sua esperienza a poter prendere il testimone”. Intanto una quindicina di sindaci di destra e di centro, tra cui quelli di Mulhouse, Reims e Nancy hanno chiesto “solennemente” a François Fillon di ritirarsi “perchè “si è rotto un patto morale” e la sua permanenza minaccia la vittoria elettorale. Un ex premier di destra, Dominique de Villepin, ha detto che Fillon sta trascinando il suo partito, Les Republicains “nell’abisso”.

Leggi anche:
Attentato Fico scatena propaganda russa e rischio onde d'urto in Europa

L’Obs, quotidiano di sinistra, sotto il titolo “il suicidio di Fillon” scrive che non è chiaro perché il suo partito continui a sostenere “la pietra al collo Fillon”. Il parlamentare ed ex magistrato Georges Fenech è tra coloro che chiedono di puntare su Juppe, “il solo oggi, con la sua esperienza a poter prendere il testimone”. Fillon sfida le critiche dicendo che “la base tiene” e che i sondaggi lo danno dietro di quattro o cinque punti rispetto ai favoriti, il centrista Emmanuel Macron e alla leader di estrema destra Marine Le Pen. Parlando nella città provenzale di Nimes ieri ha detto che “il popolo francese mi sostiene”. Ma un recente sondaggio Harris rivela che solo un francese su quattro pensa che dovrebbe restare in corsa per l’Eliseo. Fillon ha detto di essere l’obiettivo di un “assassinio politico” e ha promesso “non cederò, non mi arrenderò, non mi ritirerò”. Un membro del partito di Fillon ha detto all’Afp che i sostenitori del candidato sono ormai “una setta” e la campagna andrà a apezzi “nel giro di 24/48 ore”. Ma il capogruppo dei Republicains al Senato, Bruno Retailleau, ha smentito ogni “fanatismo”, dicendo che i sostenitori di Fillon rispondono al loro “senso del dovere”. In pratica il tempo sta per finire, perché entro il 17 marzo i candidati dovranno presentare le firme di 500 eletti che acconsentono a sponsorizzarli in vista del primo turno del 23 aprile del ballottaggio il 7 maggio. La legge francese non vieta a un indagato di candidarsi, ma Fillon è stato molto criticato per aver messo in questione l’imparzialità dei giudici. Ieri ha detto che l’indagine l’ha preso di mira e che “la presunzione d’innocenza è scomparsa interamente e completamente”. Il presidente socialista uscente Francois Hollande è intervenuto dicendo che “candidarsi alla presidenza non dà il diritto di gettare dubbi sulla polizia e sui giudici”.

Leggi anche:
Striscia di Gaza, Gallant sfida Netanyahu: si spacca il governo israeliano
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti