Quattordicesima, la data è stata modificata | Quest’anno arriverà in ritardo: dovremo aspettare fino a questo giorno

Quattordicesima - (pexels) - IlFogliettone.it
Quattordicesima 2025, quando arriva, a chi spetta e chi è escluso: c’è chi l’aspetta per prenotare le vacanze.
La quattordicesima mensilità, conosciuta anche come “gratifica feriale”, rappresenta un’importante entrata aggiuntiva per molti italiani nel periodo estivo. Nel 2025, come da tradizione, sarà erogata tra metà giugno e metà luglio. A differenza della tredicesima, che viene percepita a dicembre da quasi tutti i lavoratori dipendenti, la quattordicesima spetta solo a specifiche categorie di lavoratori e a determinati pensionati. Si tratta quindi di una mensilità extra che non tutti riceveranno.
Tra coloro che ne hanno diritto ci sono i lavoratori dipendenti del settore privato i cui contratti collettivi nazionali prevedono questa gratifica. Ne fanno parte anche gli apprendisti, i dipendenti a tempo determinato e i part-time, purché il contratto includa espressamente tale mensilità. Sono invece esclusi i lavoratori autonomi, gli statali, i tirocinanti, gli stagisti e i collaboratori coordinati e continuativi. Tra i pensionati, la quattordicesima spetta a chi ha almeno 64 anni e un reddito annuo inferiore al doppio dell’assegno minimo Inps.
Per i pensionati, il pagamento della quattordicesima è previsto con la mensilità di luglio. Quest’anno dovrebbe quindi arrivare a partire da martedì 1° luglio 2025. Per i lavoratori dipendenti, la data precisa di accredito varia in base al contratto collettivo nazionale. Alcuni settori, come il commercio e il turismo, prevedono il pagamento entro il 1° luglio, mentre in altri ambiti come gli studi professionali o la logistica si anticipa entro il 30 giugno, ma nel settore alimentare slitta entro il 31 luglio.
Per i dipendenti, la quattordicesima si calcola in base alla retribuzione lorda mensile percepita nel corso dell’anno. Si prende in considerazione un dodicesimo dello stipendio lordo per ogni mese lavorato. Rientrano nel conteggio anche ferie, malattia, festività e permessi retribuiti. Restano invece escluse le assenze per congedo parentale e gli scioperi. Chi ha lavorato tutto l’anno precedente riceverà quindi una mensilità aggiuntiva quasi pari a uno stipendio, anche se l’importo netto sarà inferiore a causa della tassazione più alta.
Calcolo e importi per i pensionati
Per i pensionati, l’importo della quattordicesima varia in base al reddito complessivo e agli anni di contributi versati. L’Inps aggiorna ogni anno le tabelle con gli importi precisi. I pensionati con un reddito fino a 11.766,30 euro possono ricevere fino a 655 euro, mentre chi ha un reddito compreso tra quella soglia e i 15.688,40 euro riceve una cifra ridotta. Anche l’anzianità contributiva influisce: maggiore è il numero di anni di contributi, più alta sarà la somma spettante.
Gli ex lavoratori autonomi ricevono la quattordicesima con gli stessi importi dei dipendenti, ma con soglie di anzianità contributiva differenti. A loro servono infatti almeno 18 anni di contributi per rientrare nel primo scaglione, mentre per i dipendenti ne bastano 15. I successivi scaglioni sono fissati a 28 e oltre 38 anni per gli autonomi, contro 25 e oltre 25 anni per i dipendenti. Questo sistema consente una certa equità, ma tiene conto delle differenze tra le carriere lavorative.
Una mensilità utile per affrontare le spese estive
La quattordicesima rappresenta per molti un sollievo economico in vista delle spese estive, soprattutto per chi ha redditi bassi o famiglie da mantenere. Con l’inflazione e l’aumento del costo della vita, questa mensilità aggiuntiva può fare la differenza tra vacanze serene e difficoltà finanziarie. Per i pensionati con redditi minimi, si tratta di una misura di sostegno fondamentale per mantenere un livello di vita dignitoso.
È importante che sia i lavoratori che i pensionati verifichino di rientrare nei requisiti previsti per ricevere la quattordicesima. I datori di lavoro e l’Inps effettuano controlli automatici, ma in caso di errori è possibile rivolgersi ai sindacati o ai patronati per ottenere chiarimenti. La trasparenza nei contratti e nelle comunicazioni da parte delle aziende e degli enti previdenziali resta fondamentale per evitare fraintendimenti e ritardi nei pagamenti.