Raid Usa contro gruppo filo-Iran in Iraq e Siria. Decine di morti

Raid Usa contro gruppo filo-Iran in Iraq e Siria. Decine di morti
30 dicembre 2019

Sale la tensione in Medio Oriente tra Washington e Teheran: il Pentagono ha lanciato raid in Siria e Iraq contro la milizia filo-Iran Kataib Hezbollah, una delle fazioni piu’ radicali della coalizione paramilitare al-Shaabi, come ritorsione per i recenti attacchi contro interessi Usa nella regione, tra cui il lancio di oltre 30 missili venerdi’ scorso contro una base americana a Kirkuk che ha provocato la morte di un contractor americano. Il gruppo legato a Teheran ha condannato l’operazione militare, minacciando una “dura risposta”. In Iraq, “25 sono stati uccisi e 51 sono rimasti feriti, compresi comandanti e combattenti, e il bilancio potrebbe ancora salire”, hanno fatto sapere i miliziani, mentre continuano le ricerche tra le macerie delle basi nel distretto iracheno di Al-Qaim, vicino al confine con la Siria.

Domenica il Pentagono aveva confermato che “in risposta a ripetuti attacchi di Kataib Hezbollah (Kh), le forze americane hanno condotto attacchi difensivi di precisione contro cinque loro strutture in Iraq e Siria” con l’obiettivo di “indebolire la capacita’ di Kh di condurre attacchi futuri”. Il gruppo, ha proseguito Washington, “ha un forte legame con le forze al-Quds iraniane e ha ripetutamente ricevuto aiuti e altri sostegni dall’Iran che ha usato per attaccare” le forze della coalizione. Poco dopo i raid, quattro razzi sono caduti vicino alla base di Taji, che ospita militari americani, a nord di Baghdad, senza fare vittime. Il gruppo filo-Iran ha risposto all’operazione, annunciando di essere in “stato di mobilitazione”: “La battaglia con l’America e’ aperta a tutte le possibilita’, non abbiamo altra opzione se non il confronto”. Un comandante delle Forze di Mobilitazione Popolare (Pmf) irachene, Jamal Jaafar Ibrahimi, ha assicurato che “il sangue dei martiri non sara’ invano e la nostra risposta sulle forze americane in Iraq sara’ molto dura”.

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Un coro di critiche ha accolto l’operazione Usa: il portavoce militare del primo ministro uscente iracheno, Abel Abdel Mahdi, ha condannato “la violazione della sovranita’ irachena” da parte degli Stati Uniti, mentre un’altra potente fazione pro-Teheran, Assaib Ahl al-Haq, ha invocato l’espulsione dall’Iraq degli americani, “divenuti un peso per lo Stato iracheno e una fonte di minaccia contro le nostre forze”. “Dura condanna” e’ arrivata anche da Teheran che ha definito “l’aggressione militare Usa contro il suolo iracheno e le forze irachene un chiaro esempio di terrorismo”; dallo Yemen le milizie sciite Houthi hanno ribadito la loro opposizione contro il progetto di Washington nella regione, esortando tutte le forze e i partiti iracheni a unirsi contro “una grave minaccia nel loro Paese”.

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