Rampelli (FdI): “Che disastro i ministri Dico no al Conte-Ter”

Rampelli (FdI): “Che disastro i ministri Dico no al Conte-Ter”
Fabio Rampelli
14 febbraio 2021

Fratelli d’Italia voterà no al nuovo governo Draghi. L’astensione è già archiviata. Linea che verrà proclamata domani in sede di direzione nazionale. Ne è più che convinto Fabio Rampelli, vice presidente della Camera di Fratelli d’Italia, l’unico partito a rimanere fuori dal nuovo arco costituzionale. L’esponente del partito della Meloni, boccia su tutti i fronti il “Conte ter”, così bolla il neo esecutivo guidato da Mario Draghi. E lancia pure una frecciata agli alleati della coalizione, definendo il ruolo dei partiti del centrodestra nel nuovo governo di “scarso rilievo”.

Siete più convinti sul no al sostegno al nuovo governo?

“Fosse stato un governo tecnico o a tempo, avremmo avuto senz’altro più remore e sarebbe stato più credibile l’appello all’unità dei partiti nella gestione della crisi attuale. Ma un caravanserraglio di questa natura che vede una chiara prevalenza del Pd (il quale come al solito nasconde i propri uomini dietro profili tecnici), è contro ogni buona tentazione per esprime il richiamo alla responsabilità. Parliamo di un esecutivo dominato dalla vecchia maggioranza con l’aggiunta maltollerata di Lega nord e Forza Italia”.

Quindi, FdI va verso l’astensione?

“L’astensione è stata l’offerta avanzata da Giorgia Meloni a Salvini e Berlusconi per mantenere unito il centrodestra, perché noi siamo rimasti sempre allo stesso posto, non abbiamo fatto governi né col Pd, né col M5S, non consideriamo la coalizione una porta girevole. Ci sentiamo addosso il peso dell’alleanza molto più di altri, ma sembra che questa circostanza sia tramontata. Dunque, penso che la Direzione nazionale convocata per lunedì si orienti per un voto contrario”.

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Qualora l’azione di governo si manifestasse in sintonia con i vostri obiettivi, potrebbe esserci un vostro ripensamento?

“Faccio presente che la democrazia può essere diretta, quando i cittadini scelgono il capo dello Stato o del Governo; o parlamentare, quando votando scelgono i parlamentari e, tra questi, il Parlamento decide chi debba fare il governo. Noi siamo l’unica democrazia occidentale dove il premier viene nominato da presunte elite illuminate, in barba al consenso popolare. Pensavamo fosse un’eccezione, ma dal 1993 è diventata la regola: Ciampi, Dini, Amato, Monti, Conte e, ora, Draghi… Nessuno votato dal popolo. Siamo l’unica nazione tra quelle libere che utilizza questa modalità. Più che una democrazia siamo diventati un mostro con la testa dell’oligarchia e il corpo della tecnocrazia. Quindi l’unico ripensamento possibile è legato alla prospettiva del voto anticipato”.

Come trova le deleghe affidate al centrodestra?

“Complessivamente deludenti. Un po’ più efficaci quelle date alla Lega nord, molto meno quelle affidate a Forza Italia. Ma auguro a tutti di fare un buon lavoro e di avere tanta fortuna. Ci rincontreremo presto perché la nostra comunità ha diritto ad autodeterminarsi, presto o tardi si voterà anche in Italia”.

Lei parla di esponenti del centrodestra poco graditi al neo premier.

“Probabile che ci sia stato anche questo pescaggio nei partiti tra i cosiddetti ‘meno sovranisti’ o più ‘europeisti’. Altro motivo per essere perplessi. È la Costituzione italiana a stabilire il concetto di sovranità, esiste un sovranismo anche a sinistra, basta con queste criminalizzazioni becere e autolesionistiche”.

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Per voi è una garanzia il Recovery, sostanzialmente nelle mani di Colao all’Innovazione tecnologica, di Franco all’Economia e Cingolani alla Transizione tecnologica?

“Oggi l’emergenza che segue alla pandemia è di tipo sociale e occupazionale, ha a che fare con l’economia reale. Occorre fissare bene gli obiettivi perché se ci troviamo a seguire acriticamente la strada indicata da Bruxelles possiamo farci male. Tutti vogliamo la digitalizzazione, ma temo che oggi dobbiamo preoccuparci di capire quanti posti di lavoro produce e quanti ne fa perdere, prima di investirci miliardi. La priorità è il benessere e l’umanesimo del lavoro ci dice che la persona per stare bene deve lavorare e realizzarsi attraverso il suo impiego”.

Come vede invece la nascita del ministero del Turismo?

“È una nostra storica proposta, quindi il giudizio è positivo, l’unico in una sequenza imbarazzante di errori che fanno partire Draghi con il passo sbagliato”.

Quale dovrebbe essere uno dei primi provvedimenti di Draghi?

“Trasferire per intero i miliardi del reddito di cittadinanza sulle imprese, prorogare la cassa integrazione, abbassare le tasse per far ripartire le imprese e ricominciare a creare ricchezza. Solo la produzione di ricchezza può farci ripagare i debiti pregressi e quelli più recenti. Dobbiamo liberare l’economia per costruirla, lo dobbiamo ai nostri figli”.

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