Ranch di coccodrilli, dalla carne alla pelle non si butta niente

Ranch di coccodrilli, dalla carne alla pelle non si butta niente
15 maggio 2015

In Zimbabwe allevare coccodrilli è diventata un’attività lucrativa, un settore che ogni anno frutta milioni di dollari all’economia del paese. Questa fattoria vicino alle Victoria Falls ha esportato 130 tonnellate di carne nel 2014. E visto che anche del coccodrillo “non si butta via niente”, l’azienda ha guadagnato 500.000 dollari grazie alla vendita di carne, al turismo e ai prodotti manifatturieri. Morris Muzamba, venditore allo Zambezi Nature Sanctuary and Crocodile Ranch: “La cintura più cara, fatta con la pelle del ventre, costa 200 dollari. Per le borse si va dalla meno cara – 200 dollari – alla più cara – circa 1.475 dollari”. L’anno scorso, sono state vendute più di 43.000 pelli di coccodrillo, essenzialmente sul mercato europeo, ma il prodotto è sempre più richiesto anche in Asia e in Australia. Tra allevamento, produzione di carne, cinture, scarpe e borse l’industria impiega fino a 1.000 lavoratori.Il carattere stagionale degli allevamenti, tuttavia, rendono i guadagni instabili. Jackson Dube, guida turistica al Crocodile Ranch spiega: “Si riproducono da aprile a luglio, poi depongono le uova tra agosto e settembre e per schiudersi ci vogliono tre mesi, quindi tra novembre e dicembre”. Ogni anno nascono 100.000 coccodrilli, quelli che non vengono uccisi, sono comunque fonte di guadagni come attrazione per i turisti. In un momento di crisi economica che attraversa il paese, la crescita di questa industria rappresenta un settore fortunato. (Immagini Afp)

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