Regionali in Sicilia, Orlando in campo. C’è anche lo zampino di Renzi

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Il cinque volte sindaco di Palermo lavora per “Lista dei territori”. Sinistra in fibrillazione

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Con un lungo post pubblicato oggi nella sua pagina Facebook, Leoluca Orlando annuncia l’avvio di un percorso per la creazione di una “Lista dei territori” in vista delle Regionali del 5 novembre. Traccia un’analisi della situazione politica, affermando i punti irrinunciabili di quello che definisce un “programma chiaro e senza ambiguita’”. Il tema sarebbe stato al centro nei giorni scorsi di un incontro tra il cinque volte sindaco di Palermo, di fresca e trionfante riconferma, e il leader del Pd Matteo Renzi. Con lui ha parlato del suo modello di ‘civismo politico’ che ha realizzato mettendo insieme moderati, sinistra e liste civiche. Uno schema corroborato dalla nuova Lista dei Territori che potrebbe avere – molti pensano – perfetta sintesi nella candidatura a governatore del presidente del Senato Piero Grasso. Il titolo del post e’ significativo e indica un orizzonte programmatico dai capisaldi chiari: “Civismo politico, il significato e la prospettiva di una esperienza”. La dignita’ e la fatica dell’amministrare a servizio delle comunita’ locali, avverte Orlando, “non possono e non devono piu’ essere mortificate ulteriormente da atteggiamenti e pratiche “annacatorie”, che hanno fatto parlare in Sicilia di uno “stato di calamita’ istituzionale”. E’ dai territori, a partire anche da Palermo, che occorre prendere le mosse con quello che viene definito “civismo politico”, “del tutto alternativo a movimenti tanto ribelli quanto inconcludenti e incapaci di amministrare e del tutto alternativo a logiche di apparato che simulano protagonismo con litigi continui ed inconcludenti”.

Chi da oltre due anni “considera conclusa la esperienza del Governo Crocetta”, sottolinea il sindaco di Palermo, “ha il diritto e il dovere di immaginare un futuro diverso e migliore per i siciliani e per la Sicilia, a partire non da alchimie politichesi ma a partire dai problemi reali, come ogni giorno sono chiamati nei territori a fare amministratori locali e sindaci”. Un programma regionale chiaro, spiega, “deve prevedere pregiudizialmente la fine del soffocante ed improprio ruolo politico di governo da parte di un mondo cosiddetto confindustriale siciliano che si ostina a voler comandare, certamente impropriamente e troppo spesso illegalmente, e che nelle ultime elezioni comunali a Palermo e’ stato direttamente impegnato con un suo vertice candidato in una delle coalizioni sconfitte dagli elettori”. Poi, “la mitigazione della speciale autonomia siciliana, non essendo piu’ tollerabili – in nome della specialita’ – arbitrii gestionali, inconcludenze amministrative e confusioni legislative penalizzanti con riferimento al sistema delle autonomie locali e nei settori di acqua, rifiuti, precariato e formazione professionale”. In sintesi, spiega Orlando, “milioni di siciliani non possono essere esclusi, e sono stati sin qui esclusi, dalla comunita’ nazionale ed europea e dai loro processi di riforma e flussi finanziari, a causa di uno Statuto speciale divenuto alibi per inattivita’ ed inadeguatezze, oltre che privilegio e fonte di rendita parassitaria per pochi ed isolamento e mortificazione per tutti gli altri”. Un futuro diverso e migliore si costruisce con “un programma chiaro che non puo’ essere rinviato prestando prioritaria attenzione a “chi non ha” e a “chi produce”. Attenzione a chi non ha lavoro, a chi non ha salute, a chi non ha casa. Attenzione a chi produce lavoro, cultura, arte per se e per gli altri”. Un programma regionale chiaro deve prevedere, per Orlando, la pubblicita’ della gestione dell’acqua “considerato diritto inalienabile e non mercificabile da parte di intrallazzisti, a volte mascherati da gruppi finanziari anche multinazionali”. Quindi, la realizzazione di un ciclo dei rifiuti basato su un Piano regionale con impiantistica pubblica adeguata, “che sottragga l’intero sistema a logiche ricattatorie/parassitarie di alcune realta’ private oligopolistiche e a volte, per vasti territori, anche monopoliste”.

E, ancora, “cultura e pratica dell’innovazione, cultura e pratica di rispetto ambientale e cultura e pratica della accoglienza, in una prospettiva di mobilita’ internazionale come diritto umano e pertanto una prospettiva capace di accogliere senza isterie e paure i flussi migratori e di attrarre al tempo stesso enormi potenzialita’ turistiche”. Conclude Orlando: “Su queste preliminari scelte programmatiche” appare necessaria la presentazione alle prossime elezioni regionali di una ‘lista dei territori’, che nasca a partire dai territori mortificati in questi anni e nasca attorno ad un programma chiaro, che costituisca la premessa e indichi i contenuti di un auspicabile campo tanto largo quanto privo di ambiguita’ e pretestuosi rinvii di approfondimento”. Il modello resta Palermo: “Sulla base di una azione amministrativa difficile e ricca di realizzazioni, a partire, attorno ed in coerenza ad un programma chiaro di scelte e di azioni gia’ realizzate e di altre in via di completamento e’ stato possibile individuare candidati e liste. Questo e non altro, con grande chiarezza, si e’ praticato a Palermo e si va praticando in altre realta’ non solo siciliane. La capacita’ di affrontare e risolvere quotidianamente e concretamente problemi dei cittadini e di promuovere la crescita culturale ed economica in coerenza con una visione che ponga al centro la persona umana, ogni persona umana: questa e’ politica, questa ha dignita’ di politica. Questo, almeno questo e non altro, credo serva alla Sicilia”.