Renzi prepara referendum con un sogno di Berlusconi: meno tasse per tutti

Renzi prepara referendum con un sogno di Berlusconi: meno tasse per tutti
1 giugno 2016

di Filippo Caleri

Un intervento sulle aliquote Irpef (rispolverando il vecchio sogno di Silvio Berlusconi) per ridurle dalle attuali cinque. È il progetto annunciato da Matteo Renzi nella legge di Stabilità del 2016 e che ha un sapore vagamente elettorale in vista del prossimo referendum costituzionale. Così le prime linee di lavoro iniziano a emergere. E secondo quanto pubblicato ieri a Affaritaliani.it, il sito di informazione politica ed economia, l’esecutivo avrebbe intenzione di lavorare partendo dal primo scaglione (che va da zero a 15mila euro) e che attualmente ha una tassazione pari al 23% per innalzare fino a 17mila euro il tetto al quale si applica l’aliquota più bassa. Ma il vero punto chiave dell’intervento, spiega ancora il sito, sarebbe l’accorpamento del secondo e del terzo scaglione. Per i redditi compresi tra 15.001 e 28.000 euro si applica al momento un’imposta del 27% mentre tra 28.001 e 55.000 euro la tassazione è del 38%. L’obiettivo – avrebbero spiegato fonti dell’esecutivo vicine al dossier – sarebbe quello di arrivare a una sola aliquota intermedia pari al 31-32% (una valore che dipenderà nella sua definizione finale dalla situazione dei conti pubblici).

In questo modo gli sgravi premierebbero soprattutto il cosiddetto ceto medio considerato che la gran parte dei lavoratori italiani percepiscono un reddito collocato nel secondo scaglione. Sempre secondo le anticipazioni per il momento il quarto e il quinto scaglione (reddito tra 55.001 e 75.000 euro con imposta al 41% e reddito sopra i 75.000 euro con aliquota al 43) dovrebbero restare invariati. Non solo. Le detrazioni fiscali, soprattutto per i figli minorenni a carico, verrebbero incrementate specialmente per quella fascia che potrebbe risultare leggermente penalizzata con l’accorpamento delle due aliquote intermedie (ovvero chi attualmente ha un reddito intorno ai 25-28mila euro). Intanto in tema di classe media ieri l’Inps ha diffuso i dati relativi alle pensioni della Gestione dipendenti pubblici. Al primo gennaio di quest’anno sono 2.841.815 per un importo complessivo annuo di 66.309 milioni di euro e un importo medio mensile pari a 1795 euro. Rispetto all’anno precedente, si registra un incremento dello 0,8% nel numero delle pensioni (erano 2.818.300 nel 2014) e degli importi annui in pagamento ad inizio anno, cresciuti del 2,1% rispetto ai 64.955 milioni del 2015. Il 18,2% (quasi 1 assegno su 5) ha un importo mensile inferiore ai 1.000 euro, il 51,3% tra 1.000 e 1.999,99 euro e il 22,8% di importo tra 2.000 e 2.999,99; infine, il 7,8% ha un importo dai 3.000 euro mensili lordi in su.

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