Renzi verso le dimissioni, giovedì possibili consultazioni. E Mattarella annulla la prima della Scala

Renzi verso le dimissioni, giovedì possibili consultazioni. E Mattarella annulla la prima della Scala
6 dicembre 2016

Da domani pomeriggio, dopo l’approvazione della legge di bilancio e la conversione in legge del decreto terremoto, potrebbe aprirsi formalmente la crisi di governo. Non è escluso infatti che il premier Matteo Renzi, dopo gli adempimenti parlamentari, possa recarsi al Quirinale da Sergio Mattarella per rassegnare (questa volta effettive) le sue dimissioni. Sta di fatto che il presidente della Repubblica ha annullato la visita a Milano prevista per domani e che, dopo una serie di impegni cittadini, si sarebbe conclusa con la presenza in serata alla prima della Scala. Da domani sera, dunque, può aprirsi la crisi di governo. Spetterà al Quirinale, poi, la decisione sul calendario delle consultazioni: giovedì e venerdì, nonostante il ponte della festa dell’Immacolata o lunedì e martedì.

Saranno convocati come di consueto, oltre ai presidenti delle Camere Laura Boldrini e Pietro Grasso e al presidente emerito Giorgio Napolitano – per la prima volta ascoltato al Colle nella veste di ex capo dello Stato – tutti i gruppi parlamentari. Per questo, in vista delle consultazioni, fra oggi e domani sono in programma riunioni di tutti i partiti per il mandato da affidare alle delegazioni parlamentari che saliranno al Colle. Oggi Silvio Berlusconi, Angelino Alfano, Denis Verdini ed Enrico Zanetti, Riccardo Nencini hanno riunito, rispettivamente, i vertici di Forza Italia e delle moderate della maggioranza: Nuovo Centrodestra (la direzione si riunirà anche domani), Ala-Scelta Civica e Partito Socialista. Domani, invece, Matteo Renzi riunisce la direzione del Pd e il MoVimento Cinque Stelle l’assemblea congiunta dei parlamentari. Saranno le prime consultazioni targate Mattarella. Trattandosi di consuetudine, non esistono regole fisse sulla composizione delle delegazioni ferma restando la necessità della rappresentanza parlamentare. Sarà dunque il nuovo capo dello Stato a decidere se limitare la presenza al Colle dei capigruppo o estenderla anche ai leader politici. L’ultima volta Giorgio Napolitano non lo fece. Così facendo al Colle per le consultazioni non salirono né il segretario Pd Matteo Renzi, che avrebbe dovuto indicare se stesso per la premiership, né il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, decaduto dal Parlamento, né Beppe Grillo.

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