Riforma Pa, via libera dalla Camera

Riforma Pa, via libera dalla Camera
17 luglio 2015

di Giuseppe Novelli

L’aula della Camera ha approvato in seconda lettura il ddl di deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche con 253 sì, 93 no e 5 astenuti. A favore hanno votato Pd, Area popolare, Scelta civica, Per l’Italia-Centro democratico. Contrari M5s, Forza Italia, Sel, Lega e Fratelli d’Italia. Astensione da Alternativa libera. Dopo le modifiche di Montecitorio al testo uscito da palazzo Madama, il provvedimento torna al Senato in terza lettura. Tra le misure principali del testo, la stretta sui dirigenti: gli incarichi non saranno più a vita e c’è la possibilità di essere licenziati se l’ultimo incarico ricoperto viene valutato negativamente. Carriera e retribuzione verranno valutate in base al merito. Introdotto anche lo stop ai dirigenti condannati dalla Corte dei Conti. L’emendamento, presentato dal M5S prevede la revoca o il divieto dell’incarico, in settori sensibili ed esposti al rischio di corruzione, ai dirigenti condannati dalla Corte, anche in via non definitiva, al risarcimento del danno erariale per condotte dolose.

Bocciata invece la barriera del voto minimo di laurea per la partecipazione ai concorsi della pubblica amministrazione. Stop anche sulla norma “valuta-atenei” che introduceva nei concorsi pubblici il criterio del “valore” dell’Università in cui ci si è laureati. Tra le novità sul testo dopo il passaggio a Montecitorio c’è anche il trasferimento di funzioni, mezzi e risorse antincendio dal corpo forestale dello stato ai vigili del fuoco nell’ambito del previsto assorbimento della forestale in un’altra forza di polizia. Approvato anche un articolo che delega il governo ad adottare entro 18 mesi un nuovo testo unico sul pubblico impiego. Arriva inoltre un ruolo potenziato della presidenza del Consiglio nelle scelte di competenza dei singoli ministeri, il riordino delle prefetture e interventi sulle Authority. Tra le deleghe all’esecutivo figura inoltre un piano di riduzione della Camere di Commercio, da 105 a 60. Ok anche al riordino delle partecipate e dei servizi pubblici locali con accorpamento e tagli delle società e nuove regole sulle nomine. Viene istituito il numero unico europeo per le emergenze (112) su tutto il territorio nazionale con centrali operative regionali.

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