Ue, nuove sanzioni alla Russia: stop transazioni, petrolio a 45$, Nord Stream e flotta ombra nel mirino
Vladimir Putin
Con un colpo durissimo all’economia russa, l’Unione Europea ha annunciato oggi il diciottesimo pacchetto di sanzioni contro Mosca. Un provvedimento senza precedenti che mira a strangolare definitivamente i settori energetici e finanziari del Cremlino, mentre la guerra in Ucraina continua a mietere vittime e devastazione. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha lanciato un messaggio chiaro: “La forza è l’unico linguaggio che la Russia capirà”.
Il nuovo pacchetto – che sarà sottoposto all’approvazione dei Ventisette – rappresenta un’escalation significativa nella strategia dell’UE per isolare economicamente la Russia. Tra le misure più incisive spicca il divieto totale di transazioni legate ai gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2, una mossa simbolica ma anche concreta per chiudere definitivamente i rubinetti del gas russo verso l’Europa. “Non si torna al passato”, ha dichiarato von der Leyen con tono risoluto.
Petrolio a 45 dollari: il tetto si abbassa
Ma la vera novità riguarda il prezzo del petrolio. Il tetto massimo imposto al greggio russo scende da 60 a 45 dollari al barile, una decisione coordinata con il G7 per adattarsi alle mutate condizioni del mercato globale. Le esportazioni petrolifere rappresentano ancora un terzo delle entrate del governo russo, e questo abbassamento intende colpire ulteriormente una delle principali fonti di finanziamento di Mosca.
Per rendere più efficace questa misura, Bruxelles ha aggiunto altre 77 navi alla lista nera della cosiddetta “flotta ombra”, portando il totale a 419 imbarcazioni. Queste navi sono state utilizzate per aggirare le sanzioni, permettendo alla Russia di continuare a esportare petrolio attraverso canali secondari. Ora, però, l’UE vuole chiudere ogni porta: viene introdotto anche un divieto all’importazione di prodotti raffinati a base di greggio russo, impedendo che il petrolio raggiunga il mercato europeo sotto altre forme.
Un divieto totale per le banche russe
Sul fronte finanziario, il pacchetto è altrettanto aggressivo. Vengono inserite altre 22 banche russe nell’elenco di quelle escluse dal sistema Swift, portando il blocco a un divieto totale di transazioni. Ma non finisce qui: saranno sanzionate anche società di paesi terzi che facilitano scambi commerciali con la Russia, eludendo le misure restrittive.
Un’altra novità riguarda il Fondo Russo per gli Investimenti Diretti (RDIF), le sue filiali e i suoi progetti. Queste entità saranno inserite nella lista delle sanzioni per limitare i canali di finanziamento destinati alla modernizzazione dell’economia russa. “Vogliamo colpire un importante pilastro del sostegno finanziario a Mosca”, ha spiegato von der Leyen.
Tecnologia e armamenti: stop alle esportazioni
Il pacchetto include anche nuovi divieti di esportazione per un valore superiore a 2,5 miliardi di euro. Macchinari, metalli, materie plastiche, prodotti chimici e tecnologie a duplice uso – impiegate nella produzione di droni, missili e altri sistemi d’arma – saranno vietati. L’obiettivo è privare l’economia russa delle risorse necessarie per modernizzare le sue capacità militari.
Inoltre, vengono aggiunte 22 nuove società alla lista nera delle entità con cui è vietato fare affari. Queste aziende, sia russe che straniere, sono accusate di fornire supporto diretto o indiretto al complesso militare-industriale di Mosca. “Chi sostiene la guerra della Russia ha una pesante responsabilità”, ha ribadito von der Leyen.
L’economia russa in ginocchio
Durante la conferenza stampa, von der Leyen ha ricordato l’impatto devastante delle sanzioni precedenti sull’economia russa. Le riserve della Banca Centrale Russa per un valore di 210 miliardi di euro sono immobilizzate, mentre i ricavi derivanti dalle esportazioni di petrolio e gas sono diminuiti di quasi l’80% rispetto ai livelli pre-guerra.
Inoltre, il deficit statale è alle stelle, i tassi di interesse sono proibitivi e l’inflazione supera il 10%. Il costo delle importazioni di tecnologie e beni essenziali è sei volte superiore rispetto a prima del conflitto.
Verso una pace giusta e durevole?
Concludendo, von der Leyen ha ribadito che l’obiettivo ultimo delle sanzioni è quello di spingere la Russia verso il tavolo dei negoziati. “Questa guerra deve finire”, ha dichiarato. “Abbiamo bisogno di un vero cessate il fuoco. La Russia deve presentarsi con una proposta seria. Fino ad allora, continueremo ad aumentare la pressione”.
L’UE si dice fiduciosa di ottenere il sostegno degli Stati Uniti e del G7 per le nuove misure, soprattutto in vista del vertice del G7 in Canada. “Siamo molto allineati sull’obiettivo di spingere la Russia a negoziare seriamente per arrivare a una pace giusta e durevole”, ha concluso von der Leyen. Il diciottesimo pacchetto di sanzioni rappresenta un ulteriore passo nella strategia dell’UE per isolare economicamente e politicamente la Russia, con l’obiettivo finale di porre fine alla guerra in Ucraina e alleviare le sofferenze della popolazione civile. Ma la domanda resta: sarà sufficiente per far cedere Mosca?