Scheggiato un finestrino della Stazione spaziale internazionale

Scheggiato un finestrino della Stazione spaziale internazionale
16 maggio 2016

Soyuz-Docked-with-ISSUno dei finestrini della Iss, la Stazione spaziale internazionale, risulta scheggiato, con tutta probabilità danneggiatosi a seguito dell’impatto con un piccolissimo detrito spaziale. Se ne è venuti a conoscenza lo scorso aprile, quando l’astronauta britannico Tim Peake, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), ingegnere di volo della missione Expedition 47, ha scattato una foto a uno dei sei vetri laterali della cupola, un modulo ricco di finestre che consente agli astronauti una visione a 360 gradi. L’immagine, diffusa pochi giorni fa sul sito dell’Esa, mostra una scalfitura di circa 7 mm, probabilmente causata da un frammento di vernice o un corpuscolo metallico di pochi millesimi di millimetro.

Il danno – spiega Media Inaf – non rappresenta un pericolo per la sicurezza dell’equipaggio a bordo. Infatti, al contrario di quanto si possa pensare, la cupola non è affatto il modulo più delicato e vulnerabile della Iss, anzi. Costruita in Italia daThales Alenia Space, la cupola è stata montata in orbita nel 2010. Di base esagonale, è dotata di sei finestrini trapezoidali sui lati e di un finestrino circolare da 80 cm di diametro (il più grande di sempre, nello spazio) sulla sommità. Il telaio – 1.6 tonnellate, 3 metri di diametro e 1.5 metri di altezza – è forgiato in un singolo pezzo di alluminio, caratteristica che gli conferisce un’elevata robustezza strutturale. Ogni pannello è poi dotato di una specie di coperchio chiudibile dall`interno grazie ad una speciale manopola, in modo da avere una maggiore protezione dagli urti di detriti spaziali e dalle radiazioni solari nei momenti in cui cupola non è utilizzata. Tali “tappi”, che al momento dell’impatto risultavano aperti, aiutano inoltre a mantenere l’equilibrio termico della Stazione.

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I finestrini della cupola – prosegue Media Inaf – sono realizzati con un vetro al quarzo borosilicato di alta qualità e siano composti a strati: una lastra di vetro al quarzo a tenuta d’aria spessa 2,5 cm; un’altra uguale, più esterna e ridondante (ovvero utile a fare le veci della prima, in caso di necessità); infine due pannelli antigraffio, uno all’esterno e uno all’interno, per proteggere il vetro a tenuta d’aria da urti provenienti sia da fuori che da dentro la Stazione. I pannelli hanno una vita operativa prevista di dieci anni, e sia l’intero finestrino che i singoli componenti sono sostituibili, anche se potrebbe essere necessario lavorare dall’esterno. Il danno del mese scorso è piccolo e localizzato sulla lastra di vetro antigraffio più esterna. Ecco perché al momento non si prevede di sostituire il pannello danneggiato. “Mi chiedono spesso se la Iss venga mai colpita da detriti spaziali. Certo che sì! Questa è la scheggiatura subita da una delle finestre della nostra Cupola – ha dichiarato Tim Peake al momento della diffusione della foto -. Sono felice di poter contare su quattro strati protettivi”. In realtà, col passare del tempo – conclude Media Inaf -, la necessità di un intervento di manutenzione straordinaria si farà via via più impellente a causa dell’accumularsi degli impatti con la “spazzatura spaziale”.

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