Scontro Fbi-Casa Bianca, l’Ente investigativo chiede smentita accuse di Trump a Obama

Scontro Fbi-Casa Bianca, l’Ente investigativo chiede smentita accuse di Trump a Obama
6 marzo 2017

Si aggrava la tempesta istituzionale negli Usa, dopo le nuove e senza precedenti accuse di Donald Trump a Barack Obama (foto). Il direttore dell’Fbi, James Comey (foto), ha chiesto al Dipartimento di Giustizia di smentire pubblicamente le asserzioni del presidente americano Donald Trump, secondo cui il suo predecessore Barack Obama ha ordinato di intercettare le sue comunicazioni telefoniche. La richiesta di Comey, riportata dai media Usa, arriva dopo le esplosive affermazioni di Trump, che i suoi collaboratori ieri hanno in qualche modo cercato di attutire, ammettendo che per ora le accuse del presidente non sono corredate di prove e chiedendo al Congresso di indagare. Citando “notizie di stampa” non meglio definite – ma da più parti si indica come fonte iniziale dello sfogo di Trump il sito Breibert News, un sito anti-establishment di cui il capo stratega della Casa Bianca, Stephen Bannon, è stato il cofondatore – il portavoce presidenziale Sean Spicer ha parlato di “indagini con motivazioni politiche e ha esortato il Congresso a “stabilire se gli organi inquirenti del ramo esecutivo abbiano abusato dei loro poteri nel 2016”, in pratica, se davvero i telefoni di Trump siano stati intercettati alla fine della campagna elettorale.

La richiesta dei vertici dell’Fbi di smentire le affermazioni del capo della Casa Bianca sembra motivata innanzitutto dal fatto che intercettazioni di quel tipo sarebbero illegali: il presidente Usa non ha il potere di ordinare l’ascolto di conversazioni telefoniche di un cittadino. Il Dipartimento di Giustizia tuttavia non avrebbe per ora reagito alla richiesta. Trump ha sganciato le accuse-bomba sabato con una raffica di Twitter dai toni senza precedenti. “Come è caduto in basso il presidente Obama, arrivando a fare intercettare i miei telefoni durante il sacro processo elettorale. Qui siamo al Nixon/Watergate. Questa è una persona cattiva, o malata”, ha scritto. Lo staff presidenziale ha detto che non ci saranno più commenti fino a nuovi sviluppi e, tornato a Washington dalla sua residenza in Florida, Trump non ha effettivamente rilanciato in alcun modo. Ma i media – in particolare il Washington Post, in un lungo articolo oggi in apertura del sito – lo descrivono un presidente “infuriato”, per le fughe di notizie, in particolare sui contatti tra i suoi collaboratori e la Russia. Obama, da parte sua, tramite portavoce, ha rilasciato una secca smentita: “Semplicamente falso”. Ma da più parti si chiede che intervenga direttamente.

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