Sempre più vicino spettro deflazione

12 agosto 2014

Per l’Italia si avvicina sempre più lo spettro della deflazione. Per il mese di luglio infatti, l’Istat conferma le stime preliminari che indicavano un’inflazione in frenata allo 0,1% (era allo 0,3% a giugno), mentre quella acquisita per l’intero anno resta ferma allo 0,3%. “Il rallentamento dell’inflazione – spiega l’Istat – è principalmente imputabile all’ampliarsi della flessione su base annua dei prezzi degli Energetici regolamentati. Il contributo di altri raggruppamenti di prodotto è marginale”. Insorgono le associazioni dei consumatori che parlano di grido di allarme delle famiglie che non riescono più a fare acquisti e quindi a creare domanda. “Siamo in pieno allarme deflazione – denuncia il Codacons -, e l’economia italiana sta rischiando un vero e proprio infarto. Il tasso di crescita dei prezzi oramai azzerato sotto lo zero in alcune città è lo specchio dello stato disastroso in cui versano le famiglie: il potere d’acquisto è in picchiata libera, l’occupazione ancora a livelli altissimi, la povertà relativa in continuo aumento specie nel sud Italia. Tutti fattori che impediscono ai cittadini di comprare e creano un crollo della domanda”.

All’attacco anche Federconsumatori e Aduebef, secondo le quali “i dati diffusi oggi dall’Istat sulla contrazione della spesa delle famiglie nel 2013 non fanno altro che confermare una situazione gravissima, che denunciamo da tempo. Una fortissima contrazione dei consumi dovuti ad un potere di acquisto delle famiglie ridotto ai minimi termini e una situazione occupazionale gravissima”. Preoccupazione anche dai produttori. Per la Coldiretti, è la frutta fresca a far segnare il maggior crollo dei prezzi con un calo del 10,1% che spinge l’intero settore alimentare verso la deflazione con una riduzione dello 0,6% rispetto allo scorso anno.
“Il calo dei prezzi degli alimentari – sottolinea la Coldiretti – è il risultato di una spirale recessiva tra deflazione e consumi che ha costretto due famiglie su tre (65%) a tagliare la qualità o la quantità di almeno uno dei generi alimentari acquistati e sale al 14,4% la quota di famiglie che sceglie l’hard discount per l’acquisto di generi alimentari. Pur di non acquistare più di otto italiani su dieci (81%) sono arrivati – precisa la Coldiretti – a non buttare il cibo scaduto ma a mangiarlo, con una percentuale che è aumentata del 18% dall’inizio del 2014, secondo l’ultimo rapporto di Waste watcher knowledge for Expo”. (TMNews)

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