Si rovesciano quattro barconi nel Mediterraneo: 400 migranti dispersi

Si rovesciano quattro barconi nel Mediterraneo: 400 migranti dispersi
18 aprile 2016

Quattro barconi partiti dalle coste egiziane sovraccarichi di migranti si sarebbero rovesciati nelle acque del Mediterraneo. A bordo vi erano circa 400 migranti provenienti per lo più da Somalia, Etiopia ed Eritrea e diretti in Italia. Secondo i media somali citati dalla Bbc in lingua araba i soccorsi sono riusciti a trarre in salvo solo 29 persone. L’ambasciatore somalo in Egitto, citato dalla stessa emittente, ha detto che oltre 400 persone sono morte. Alcune fotografie di una lista scritta a mano di vittime sta circolando sui social network.

ALTRI SEI MORTI Altro naufragio nel Mediterraneo. Sei cadaveri sono stati recuperati ieri sera su un gommone carico di migranti diretto verso l’Italia che si trovava nel Canale di Sicilia, a circa 20 miglia dalle coste libiche. Nel corso dell’operazione, coordinata dalla centrale operativa di Roma della Guardia Costiera, sono state salvate 108 persone, tra le quali cinque donne. La centrale operativa, ricevuta la richiesta di soccorso, ha inviato sul punto indicato la nave Aquarius, di 77 metri, appartenente ad una Ong. L’unità ha raggiunto il gommone, che, a causa del mare molto mosso, rischiava di capovolgersi. I migranti, trasferiti sull’Aquarius, hanno segnalato la presenza dei sei cadaveri che sono stati trasferiti sulla nave.

RELITTO A AUGUSTA Intanto, arriverà nel porto di Augusta il relitto del natante carico di migranti che un anno fa ha fatto naufragio a largo della Libia, causando oltre 700 vittime, per quella che è considerata la più grande tragedia nel Mediterraneo fra i viaggi della speranza. Il peschereccio è stato recuperato a circa 400 metri di profondità. La notizia è stata confermata anche dalla Procura di Catania, titolare dell’inchiesta, che spiega come la “Marina militare avvalendosi di apparecchiature messe a disposizione da una ditta all’uopo incaricata, provvederà al recupero dell’imbarcazione affondata e delle salme che giacciono all’interno”. Il recupero del barcone è gestito da strutture governative, con il ministero della Difesa in prima linea, in coordinamento con strutture locali. Secondo quando si apprende, il natante recuperato, dopo l’arrivo nel porto di Augusta, dovrebbe essere sollevato con un pallone aerostatico e spruzzato con dell’azoto liquido per la conservazione e infine trasferito in un capannone.

In una nota la Procura distrettuale di Catania, titolare dell’inchiesta sul naufragio, avvenuto il 18 aprile 2015, ricorda che “proprio in questi giorni, peraltro, sta per iniziare l’ultima e più impegnativa fase delle operazioni di recupero delle salme dei migranti e dell’imbarcazione naufragata”. “Infatti, tali operazioni volte per motivi umanitari dal Governo Italiano e delegate alla Marina militare e all’ufficio del Commissario straordinario per le persone scomparse – sottolinea il procuratore Michelangelo Patanè – sino ad oggi hanno consentito il recupero di 169 salme, e in quest’ultima fase, la Marina Militare, avvalendosi di apposite apparecchiature messe a disposizione da una ditta incaricata, provvederà al recupero dell’imbarcazione affondata e delle salme che giacciono all’interno”. Un recupero complesso e articolato, ammette la stessa Procura di Catania nel riconoscere “il ruolo di punto di riferimento per il Governo italiano della Marina Militare per l’approntamento delle modalità di intervento”. “E’ previsto – spiega il procuratore Patanè – il ricorso a tecnologie avanzate, e un coordinamento per le complesse attività di recupero: basti pensare che il relitto è affondato a una profondità di circa 370 metri e che le centinaia di salme, ancora in esso imprigionate da un anno, devono essere recuperate senza compromettere la pubblica igiene e l’incolumità degli operatori”. La Procura distrettuale di Catania ricorda che in seguito al naufragio aveva subito avviato indagini e, sul piano dell’inchiesta, “al fine di accertare con esattezza la dinamica del sinistro, inoltre, con l’indispensabile ausilio della Marina Militare, era stata effettuata un’ispezione subacquea del relitto”.

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