La ‘Manovra’ di Crocetta, migliaia di precari e Comuni nelle mani di una politica schizofrenica

La ‘Manovra’ di Crocetta, migliaia di precari e Comuni nelle mani di una politica schizofrenica
20 dicembre 2016

Documenti “gia’ trasmessi in Assemblea regionale siciliana e nelle prime ore di domani verra’ completato l’iter”. Lo assicura il governatore Rosario Crocetta, oggi bacchettato in Aula dal presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone perche’ bilancio e legge di stabilita’ ancora non erano arrivati a Palazzo dei Normanni, nonostante gli impegni e soprattutto il richiamo alla responsabilita’ rivolto ai deputati, perche’ in ballo non c’e’ solo l’equilibrio dei conti, ma anche la sorte di 20.000 precari e la tenuta degli enti locali. Un richiamo che oggi ha provocato la sollevazione dei parlamentari, perche’ a loro avviso, li rende bersaglio dell’esercito dei disperati e di chi attende da decenni una risposta occupazionale definitiva. Crocetta e’ tornato a respingere l’ipotesi dell’esercizio provvisorio: “E’ una scelta politica, ma il parlamento andrebbe incontro a una gravissima responsabilita’, il licenziamento di 25 mila persone”. Una ‘manovra’, una strategia in poche, essenziali e vistose mosse che il governatore vuole gestire in prima persona, anche per preparare la strada alla successione di se stesso in vista delle Regionali dell’autunno 2017, che – dopo la scoppola del referendum incassata dal Pd – ha con piu’ nettezza sostenuto si costruisce su provvedimenti sul fronte del lavoro, dell’inclusione sociale e dell’impresa. Un lunga marcia di cui questi documenti finanziari sono una prima importante tappa.

OSSIGENO AI COMUNI. Conta di 17 articoli la snella finanziaria regionale. Il resto sara’ affidato nel 2017 a una nuova norma di assestamento. Comuni e precari al centro, dunque. L’assegnazione ai comuni e’ rideterminata per l’anno 2017 in 340 milioni di euro e per ciascuno degli anni 2018 e 2019 in 212 milioni 150 mila euro. La dotazione organica delle citta’ metropolitane e dei liberi consorzi di comuni e’ stabilita, a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge, in misura corrispondente alla spesa del personale di ruolo al 31
dicembre 2015 ridotta del 15 per cento.

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UN ESERCITO DI PRECARI VERSO STABILIZZAZIONE. Cruciale l’articolo per il graduale superamento del precariato e quindi dell’utilizzo di personale con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, nei limiti del proprio fabbisogno e delle disponibilita’ di organico, fermo restando il rispetto degli obiettivi del saldo non negativo, in termini di competenza, tra le entrate e le spese finali e le norme di contenimento della spesa di personale. Le assunzioni sono regolate con contratto di lavoro a tempo indeterminato, anche parziale, che, per singola unita’ lavorativa, in termini di costo complessivo annuo e di giornate lavorative, nonche’ per gli aspetti connessi all’inquadramento giuridico ed economico, e’ uguale a quello relativo al contratto a tempo determinato in essere al 31 dicembre 2015. Fino al termine del processo di superamento dell’utilizzo di personale con contratto di lavoro subordinato a tempo
determinato, e’ fatto divieto alle amministrazioni interessate di instaurare rapporti di lavoro flessibile.

TAGLI AI COMUNI NON VIRTUOSI La mancata, ingiustificata, conclusione da parte dei comuni, entro il termine del 31 dicembre 2018, dei processi di stabilizzazione, comporta la riduzione delle assegnazioni ordinarie della Regione in favore di ciascun comune in misura pari alla spesa sostenuta dall’ente per ciascun soggetto non stabilizzato assunto. La Regione garantisce la copertura del fabbisogno finanziario degli enti utilizzatori per l’onere relativo al personale a tempo determinato prorogato. Per queste finalita’ i Fondi richiamati dalla norma sono determinati in misura pari a 181 milioni 900 mila euro annui per i precari dei Comuni e dgli enti di area vasta (citta’ metropolitane e libri consorzi) e 8 milioni 158 mila euro annui (relativi agli altri enti utilizzatori) per ciascuno degli anni 2017 e 2018. Per le medesime finalita’ e’ autorizzata, per il biennio 2017-2018 la spesa di 27 milioni 425 migliaia di euro per la proroga dei contratti di lavoro subordinato a tempo determinato stipulati dall’amministrazione regionale. Nelle more della stabilizzazione negli enti di provenienza i soggetti titolari di contratti di lavoro subordinato a tempo determinato stipulato con la Regione, con gli enti sottoposti a vigilanza e tutela della stessa e gli enti del settore sanitario, o con gli enti pubblici territoriali della Regione che ne facciano richiesta entro il 31 dicembre 2018, sono assunti, in un’apposita area speciale transitoria ad esaurimento istituita presso la Resais.

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UN PREMIO PER CHI VA VIA Le assunzioni sono regolate con contratto di lavoro a tempo indeterminato, anche parziale, che, per singola unita’ lavorativa, in termini di costo complessivo annuo e di giornate lavorative, nonche’ per gli aspetti connessi all’inquadramento giuridico ed economico, e’ uguale a quello relativo al contratto a tempo determinato in essere al 31 dicembre 2015. Il personale assunto e’ utilizzato, prioritariamente, presso gli enti di originaria provenienza. Ma possono optare, in alternativa alla stabilizzazione, per la fuoriuscita definitiva dal bacino di appartenenza a fronte della corresponsione di un’indennita’ omnicomprensiva d’importo corrispondente a 5 anni della retribuzione, da corrispondere in rate annuali. Resta in ogni caso esclusa l’ulteriore prosecuzione del rapporto di lavoro a tempo determinato. Misure comunque riconosciute unicamente ai soggetti per i quali il numero di anni necessari al raggiungimento dei requisiti di pensionabilita’ non e’ inferiore a dieci. Per l’erogazione del contributo per i percorsi di stabilizzazione previsti, nonche’ per le misure di fuoriuscita e’ autorizzato, a decorrere dal 2019 un limite ventennale di impegno dell’importo di 226 milioni 700 mila euro, da iscrivere in un apposito un Fondo del dipartimento bilancio e tesoro. Per le medesime finalita’ la quota complementare per unita’ di personale, e’ assicurata mediante corrispondente riduzione dei trasferimenti ordinari.

Per gli enti del settore sanitario e per altri utilizzatori per i quali non sono previsti trasferimenti a carico del bilancio regionale, la convenzione con l’ente definisce l’onere per il personale utilizzato, in misura corrispondente a quella sostenuta fino al 31 dicembre 2018 per unita’ di personale. L’articolo 5 della manovra autorizzata, fino al 31 dicembre 2019 la prosecuzione delle attivita’ socialmente utili: disponibili 36 milioni e 362 mila euro per un triennio. Prevista l’opzione della fuoriuscita definitiva dal bacino di appartenenza a fronte della corresponsione di una indennita’ omnicomprensiva di importo corrispondente a 5 anni dell’assegno di utilizzazione in Asu, da corrispondere in rate annuali. Analoghe tutele e possibilita’ estese anche ai lavoratori utilizzati nei cantieri di servizi gia’ percettori del reddito minimo di inserimento, nonche’ agli ex Pip del bacino Emergenza Palermo. Contributi ai consorzi universitari e interventi in favore dei consorzi di bonifica. Si costituisce il patrimonio immobiliare del Fondo pensioni dei dipendenti della Regione siciliana con un’operazione che prevede tra l’altro il trasferimento da parte di quest’ultima di complessi immobiliari per il valore di 59 milioni di euro. Infine, norme per lo sblocco dell’assegnazione e della vendita dei beni immobili delle Aree di sviluppo industriale.

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