Sinistra italiana, al via la costituente. Ex Pd e Sel per andare oltre Vendola

Sinistra italiana, al via la costituente. Ex Pd e Sel per andare oltre Vendola
20 febbraio 2016

di Enzo Marino

Cantieri aperti per un nuovo soggetto politico a sinistra. Oggi a Roma va di scena la seconda delle tre giornate di “Cosmopolitica”, assemblea che raduna, insieme a pezzi dell’associazionismo e di esperienze di movimento della sinistra, i recenti transfughi del Partito democratico con le truppe di Sinistra ecologia libertà. Orfana, per l’occasione, di Nichi Vendola, forse in arrivo dal Canada domani. Il partito si chiamerà, per ora, Sinistra italiana, “ma a decidere sarà il congresso in programma a dicembre”, ha spiegato Arturo Scotto, che di Si è capogruppo alla Camera. Il logo provvisorio Una ‘s’ a righe bianche e rosse e una ‘i’ rovesciata con gli identici colori, a dare il senso di un punto esclamativo. A spingere per una collocazione decisamente alternativa al Pd è l’ala guidata da Nicola Fratoianni, coordinatore di Sel: “Nessun accordo è possibile, il centrosinistra come lo conoscevamo è morto”. Del resto, se un dirigente di lungo corso proveniente dall’ortodossia moderata del vecchio Pci e della Cgil come Sergio Cofferati arriva a ipotizzare alleanze con i 5 stelle, “anche se so che loro non sono d’accordo”, è evidente che il percorso nel quale si colloca la creatura che dovrebbe nascere è assolutamente inedito. Un percorso che però incontra resistenze interne corpose e che ha già determinato un sostanziale distacco dall’ala più “governativa”: oggi saranno i sindaci di Cagliari e Milano, Massimo Zedda e Giuliano Pisapia, ospiti non “parlanti”, a rendere evidente l’esistenza di un settore influente della ex sinistra radicale che non è disposto ad abbandonare il rapporto privilegiato col Partito democratico.

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Ieri ad arricchire la platea parecchi “compagni” coetanei di Cofferati, e non sono mancate personalità della sinistra protagoniste di stagioni ancor più lontane della storia della famiglia comunista, come Aldo Tortorella o i fondatori del Manifesto Valentino Parlato e Luciana Castellina. L’intervento più applaudito dalla platea ha invocato “volti nuovi” per il gruppo dirigente, e la stessa assenza, almeno iniziale, di Vendola è figlia probabilmente della consapevolezza che solo un rinnovamento profondo può dare la spinta giusta per ricostruire un tessuto di militanza sfilacciato e disperso da troppe sconfitte e troppe scissioni. Non a caso Laura Boldrini, presidente della Camera dove è approdata proprio grazie alle liste “aperte” di Sel, ha parlato, in una videointervista concessa per l’occasione, dell’esigenza di una forza “per i demotivati” o chi non si è mai impegnato in politica, una forza che susciti entusiasmi.

Si vedrà: per ora tanto Scotto quanto l’ex bersaniano Alfredo D’Attorre hanno registrato assenti importanti, a cominciare dal leader di Possibile, Pippo Civati, con la speranza di incontrarlo più avanti. “Nessuno è proprietario del processo costituente” ha garantito D’Attorre. Sel intanto ha sospeso il tesseramento, e quanto alla scelta di dicembre per il congresso di fondazione, D’Attorre l’ha spiegato così: “Il referendum costituzionale, che viene prima, sarà occasione di incontro con tante forze che si uniranno a noi nel fronte del no”. E il leader? Al momento non si vede all’orizzonte: i “giovani turchi” in salsa vendoliana vorrebbero promuovere Fratoianni, per ora la figura più autorevole in giro è Cofferati. Il quale fa il padre nobile, ma a chi gli ricorda la corsa del settantenne Bernie Sanders negli Usa e la vittoria di Jeremy Corbyn al congresso del Labour inglese, personalità non troppo dissimili dalla sua scheda anagrafica, concede: “Non va escluso mai nulla, l’importante è che sia chiaro che puntiamo sui giovani”.

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