Siria, i curdi si ritirano ma resta nodo “zona di sicurezza”. Trump: “Il cessate il fuoco sta reggendo molto bene”

Siria, i curdi si ritirano ma resta nodo “zona di sicurezza”. Trump: “Il cessate il fuoco sta reggendo molto bene”
20 ottobre 2019

I combattenti curdi hanno lasciato la citta’ siriana di Ras al-Ain, assediata dalle forze turche, ritiro che dovrebbe accelerare la loro partenza da un’area di 32 chilometri di distanza dal confine con la Turchia, che era la principale condizione della tregua negoziata da Washington. Annunciato giovedi’, l’accordo prevede la sospensione per 120 ore dell’offensiva lanciata il 9 ottobre dalla Turchia per consentire il ritiro dei combattenti curdi dalle zone di confine nel nord della Siria. Oltre a questo ritiro, l’accordo prevede la creazione di una “zona di sicurezza” profonda 32 chilometri per separare la Turchia dai territori detenuti dalla milizia curda delle Unita’ di protezione del popolo (YPG). La lunghezza di questa striscia, che il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan vuole che sia di circa 450 chilometri, resta da definire. Oggi, un convoglio che trasportava feriti, resti e combattenti delle forze siro-democratiche siriane (Fds) dominate dallo YPG ha lasciato Ras al-Ain. L’Fds e la Turchia hanno confermato il ritiro totale dei combattenti curdi dalla citta’.

Piu’ di 50 veicoli, comprese le ambulanze, hanno lasciato la citta’ che fungeva da linea di demarcazione. L’Osservatorio siriano per i diritti umani aveva precedentemente riferito che i resti di 28 combattenti Fds e 13 civili si trovavano in ospedale o in cimiteri temporanei. “Un convoglio di circa 55 veicoli e’ entrato in Ras al-Ain e un convoglio di 86 veicoli e’ partito per Tal Tamr”, ha detto il ministero della Difesa turco. Il convoglio e’ arrivato a Tal Tamr, piu’ a sud, dove i residenti li hanno accolti con slogan a sostegno dell’Fds. Questa e’ la prima volta che i combattenti FDS hanno lasciato Ras al-Ain. Ieri, l’Osservatorio ha denunciato l’evacuazione di 30 feriti. Erdogan ha ribadito che l’offensiva riprendera’ se le forze curde non si ritireranno completamente dalle zone di confine e ha dichiarato che la Turchia “garantira’ la protezione della zona di sicurezza” che egli intende istituire per oltre 444 chilometri. Ha anche esortato gli Stati Uniti a “mantenere le sue promesse”. “Gli Stati Uniti hanno l’obbligo di facilitare il ritiro degli YPG”, ha detto Fahrettin Altun, portavoce della presidenza turca. Il presidente americano Donald Trump ha detto che “il cessate il fuoco sta reggendo molto bene” in un tweet che cita il suo ministro della difesa, Mark Esper.

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“Ci sono stati piccoli scontri rapidamente conclusi. I curdi si stanno trasferendo in nuove aree”, ha detto Esper. Nella zona di Tal Abyad, a ovest, secondo il ministero della difesa turco, un soldato turco e’ stato ucciso e un altro ferito. L’offensiva turca e’ stata lanciata dopo il ritiro dei soldati americani dalle zone di confine il 7 ottobre. E il 13 ottobre, gli Stati Uniti hanno annunciato il ritiro di circa 1.000 militari americani dispiegati nel nord e nell’est della Siria. Oggi, piu’ di 70 veicoli corazzati con bandiera americana e attrezzature militari hanno attraversato Tal Tamr, scortati da elicotteri. Secondo l’Osservatorio, il convoglio si e’ ritirato dalla base vicino alla citta’ di Kobane e si e’ diretto verso la provincia di Hassake’ piu’ a est. “Questa e’ la piu’ grande base militare americana nel nord e la quarta partenza delle forze americane da una base in Siria”, ha detto il direttore dell’OSDH Rami Abdel Rahmane. D’ora in poi, tutte le basi Usa nelle province di Raqa e Aleppo “sono vuote di qualsiasi presenza militare americana”, ha detto Abdel Rahmane. Gli Stati Uniti occupano ancora posizioni nelle province di Deir Ezzor e Hassake’.

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